Incertezza, rischio di duplicazione delle procedure, dunque, più burocrazia, ma anche effetti immediati, dannosi all’operatività delle imprese. Solo pochi giorni fa l’aggiornamento delle liste nere da parte dell’Italia vedeva San Marino permanere in quella del 1999, che riguarda la residenza delle persone fisiche. Amarezza nel segretario alle Finanze, Pasquale Valentini, per la mancata comunicazione da parte delle autorità italiane e preoccupazione per il segretario della Camera di Commercio, Massimo Ghiotti, per notizie apparse solo sulla stampa specializzata. Ma un’altra lista – già nota come super black list – è destinata a pesare su chi opera in stati a fiscalità cosiddetta privilegiata. La legge vieta a banche, intermediari finanziari, Sim e Sicav, poste, ma anche professionisti italiani di intrattenere rapporti continuativi e di far cessare quelli esistenti con soggetti, fiduciarie, trust, società anonime dei paesi messi all’indice. “Siamo in attesa della sua emanazione - dice il segretario Anis, Carlo Giorni - ma non siamo impreparati. I nostri associati sono informati da tempo, molte aziende si sono già adeguate, togliendo l’anonimato e trasformandosi in Spa. Altre lo faranno a breve”. Anonimato che, peraltro, è destinato a scomparire entro pochi mesi sul Titano. “Temiamo la burocrazia duplicando operazioni che già svolgiamo, perché già siamo chiamati a certificare all’Italia gli interscambi fra Paesi”. Giorgi denuncia effetti dannosi all’operatività delle imprese. Il provvedimento, infatti, vieta di partecipare ad appalti pubblici previa autorizzazione del Ministero italiano, ma “mancando il decreto attuativo alla legge – prosegue – i nostri operatori, di fatto, non possono richiedere alcuna autorizzazione. Su questo preghiamo il governo di attivarsi presso l’Italia, per capire”.
Annamaria Sirotti
Annamaria Sirotti
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