Apparentemente una sorta di “all in”, quello di Kiev, nelle ultime ore. A dispetto delle difficoltà nei reclutamenti, della pesante usura delle proprie forze armate - dopo quasi 3 anni di guerra -, è stata avviata una nuova massiccia puntata offensiva in territorio russo. Sempre nel Kursk, dove ad agosto – sfruttando l'elemento sorpresa – le truppe ucraine erano riuscite a conquistare oltre 1.000 chilometri quadrati di questa regione di confine. Successivamente, con il susseguirsi di una serie di spallate dell'esercito di Mosca, il saliente era stato ridotto di più del 50%. Questa notte i decisori ucraini avrebbero deciso di rilanciare; lanciando nel calderone – stando ad alcune fonti – 6 brigate, accompagnate da mezzi per la guerra elettronica, vista la fitta presenza di droni. Direzione nord-est di Sudzha. Nebbia di guerra, però, sull'andamento dell'operazione. Il Ministero della Difesa di Mosca aveva subito parlato di offensiva respinta.
Tutt'altra versione a Kiev: “la Russia sta avendo ciò che si merita”, ha tuonato Andriy Yermak, potente capo dell'Ufficio di Zelensky. Contrastanti anche i feedback dei rispettivi milblogger: chi ha parlato di un villaggio – quello di Berdin – già conquistato; chi di intere colonne attaccanti distrutte. Apparentemente fuori portata al momento, visto il quadro, la centrale nucleare di Kursk: eventuale obiettivo strategico. Seppure paia più che altro “politico” il focus di questa iniziativa. Con un'opinione pubblica sempre più provata, e una situazione in costante deterioramento in ciò che resta del Donbass, l'intento di Zelensky è forse quello di mantenere una carta negoziale forte in vista di un ipotetico congelamento del conflitto. Mancano appena un paio di settimane, infatti, all'entrata in carica di Trump; che ha già espresso la propria determinazione ad avviare una trattativa per porre fine alle ostilità. Il Presidente statunitense eletto ha peraltro incontrato nelle scorse ore la Premier italiana nella sua residenza a Mar-a-Lago. Visita lampo, quella di Meloni. Tra i dossier trattati, a quanto pare, Ucraina, dazi, energia, ed il caso di Cecilia Sala; la giornalista detenuta in Iran.