Un appello quello lanciato dall'Unione Artigiani, che vuole proteggere l'identità, l'economia e la sovranità di San Marino. Sotto la lente il dibattuto Decreto sulle attività economiche, in discussione in Consiglio. Per questo si rivolgono ai 60 per chiedere di rivedere l'articolo 3. "L'apertura delle porte imprenditoriali a investitori esterni è una pratica comune in molti paesi - scrive Unas - volta a stimolare l'economia e a promuovere l'innovazione. Tuttavia, nel contesto specifico della Repubblica di San Marino, esistono valide ragioni per esercitare cautela nel concedere patenti d'esercizio imprenditoriali a chi non è residente nel territorio". Nessun protezionismo, ribadiscono gli artigiani, ma la necessità di salvaguardare l'integrità economica, sociale e culturale di San Marino.
"Con l’apertura alle persone fisiche importiamo le micro imprese e gli artigiani stranieri che avranno il doppio mercato - prosegue la nota -, mentre i nostri artigiani non solo non hanno la stessa possibilità verso l’Europa o in sintesi l’Italia, ma vedranno aggredito senza preavviso e programmazione il mercato del proprio Paese".
Sollevando anche il problema degli stranieri che potranno lavorare con autorizzazione sammarinese in Italia, in termini di esterovestizione e rapporti fiscali. "È essenziale che San Marino proceda con cautela, bilanciando la crescita con la protezione dei propri valori...Per questo chiediamo di rivedere l’articolo 3, rimandando tutto il rimandabile all’ottenimento di deroghe e/o tempistiche assolutamente da prevedere nell’accordo di associazione".