Bio come vita, hack come codifica, riprogrammazione della biologia individuale. Non è raro di questi tempi imbattersi nella parola biohacking quando si parla di nuove frontiere del benessere e della salute. Nata nella Silicon Valley, questa pratica, che incide sul corpo e sulla mente, è in rapida espansione in tutto il mondo ed ha varcato anche i confini del Titano con l'apertura a Rovereta del primo centro specializzato sull'intera penisola italiana, fondato da Massimo Filippi, fisioterapista, biohacking coach ed esperto in tecniche di ottimizzazione fisica, autore del best seller “L'invecchiamento è una malattia”.
L'obiettivo, dichiarato, non è certamente quello di fare miracoli, semmai di “migliorare il benessere delle persone grazie alla ricerca, terapie innovative e l'utilizzo di nuove tecnologie": senza improvvisazione, in maniera personalizzata e sotto stretto monitoraggio. “L'invecchiamento precoce è una malattia, - sostiene Filippi - cioè vedere quelle classiche disfunzioni come il calo di energia, la stanchezza, il dormire male non sono tipiche dell'invecchiamento ma sono una tipica disfunzione che si può migliorare. Il biohacking fa questo: permette di portare il proprio corpo alla massima condizione fisica. Per me longevità vuol dire in primis vitalità, cioè più che aggiungere anni alla vita, vivere con vitalità gli anni che possiamo avere in questa esistenza.
Una gamma di trattamenti in ambito olistico che spazia dalla terapia disinfiammatoria cellulare che riduce i radicali liberi, alla crioterapia ovvero l'esposizione controllata del corpo a temperature estreme per brevi lassi di tempo, fino al training d'alta quota, simulato con maschera respiratoria, che tanto piace agli atleti - sia agonisti, sia dilettanti - anche in territorio sammarinese, per migliorare le prestazioni e come alternativa all'allenamento in altura. “Basti pensare – si è detto - che il 70% delle medaglie olimpiche si allena proprio in ipossia”.
"La Repubblica – assicura Filippi –, un sistema aperto all'innovazione”. A gennaio la volontà di inoltrare a San Marino la richiesta di inquadramento come startup. “Qui - aggiunge - grazie alla possibilità di avere un confronto anche più semplice con tutti gli organi amministrativi c'è possibilità di fare anche cose nuove, scientificamente innovative, ma sempre restando nelle normative vigenti; ma ciò permette di fare ricerca e sviluppo nel territorio ma anche con nuove tecniche di trattamenti, terapie... Il biohacking è questo. Essere partiti da qui, e tra l'altro stiamo avendo un riscontro bellissimo, permette di sperimentare, anche grazie a tanti professionisti sammarinesi, tante cose in maniera anche più facile che aiuteranno il territorio, senza ingolfare il sistema sanitario e soprattutto ci permette di essere diversi e fare cose nuove che altrimenti sul territorio italiano non si riesce a fare”.
Nel video l'intervista a Massimo Filippi, Vivi Biohacking Clinic.