La proposta di Banca di San Marino che arriverà nel fine settimana a Milano al management Unicredit, non prevede una fusione e Banca Agricola Commerciale manterrebbe il suo “brand” e quindi anche una sua identità. Bsm resterà una cosiddetta banca “retail” – al dettaglio – mentre la Bac potrebbe essere orientata su un target diverso, anche per evitare una insensata concorrenza. E’ verosimile invece l’unificazione delle fiduciarie controllate in un unico soggetto. La Banca di San Marino è disposta a concludere questa operazione solo nel caso in cui Unicredit proponga un prezzo ragionevole. Del resto, il gruppo - tra i leader del settore bancario italiano - avrebbe avuto indicazioni da Bankitalia volte al disimpegno nelle attività in aree considerate “off shore” e quindi non può pensare alla vendita come un’operazione prettamente speculativa. Dal canto suo, anche la Bsm non sarebbe spinta da intenti speculativi perché è convinzione diffusa in ambito economico-finanziario che comprare una banca sammarinese in questa fase, espone a rischi superiori rispetto ai rating di affidabilità delle agenzie internazionali che – generalmente - sono ancora all’insegna della positività. Ambienti vicini alla Banca di San Marino fanno sapere che in realtà l’obiettivo principale dell’operazione è la salvaguardia del sistema anche se è evidente che nessuna banca farebbe operazioni senza trarne qualche vantaggio diretto. E quello più immediato potrebbe essere la nascita di un gruppo che, in prospettiva, può superare la Cassa di Risparmio nella leadership del settore bancario sammarinese.
Luca Salvatori
Luca Salvatori
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