Per il Cis è l'ora della verità, in una corsa contro il tempo scandita da incontri a più livelli e concatenati fra loro. Questa mattina Congresso, poi CCR con Banca Centrale, Ufficio di Presidenza e questa sera alle 21 una commissione Finanze Urgente. Sul tavolo il provvedimento di risoluzione predisposto da Banca Centrale: lo “spacchettamento” di 87 milioni a tre istituti sammarinesi, 50 milioni dei quali crediti “ in bonis” e il restante dalla gestione del fondo Odisseo, derivato da Euro Commercial Bank e Fincompany. Le tre banche interessate hanno riunito i propri organismi e sembra si sia arrivati ad un'intesa.
Sulle scelte pesa la scadenza del 21 luglio del blocco dei pagamenti e l'obiettivo è dare immediata liquidità ai correntisti entro i 100 mila euro.
In merito ai Fondi pensione, sempre oggi si è riunito il Consiglio di Previdenza per esaminare la bozza d'accordo. Prevede la costituzione di una società pubblica alla quale conferire i Fondi pensionistici con un piano pluriennale di rientro e una rendita. Gli 87 milioni del primo pilastro più i 16 milioni di Fondiss verrebbero controbilanciati da 103 milioni di NPL. Se la società di gestione ne recupererà solo una parte, lo Stato metterà la differenza.
Domani si riunirà un Consiglio Grande e Generale lampo, per costituire il veicolo pubblico e approvare le agevolazioni fiscali alle banche che gestiranno il fondo Odisseo.
Nel frattempo il gruppo Stratos, la cui istanza di acquisizione è stata rigettata da Banca Centrale, è tornato alla carica dicendosi disponibile a valutare una diversa operazione finalizzata – scrive – al mantenimento della continuità aziendale. Nell'offerta, per ripianare il deficit patrimoniale, l'investimento in Cis per 70 milioni da parte dello Stato con la sua partecipazione di minoranza nel capitale sociale. Stratos offrirebbe un aumento di capitale di 30 milioni.
Per Dim insistere oggi sulla vendita significa prendere in giro con false illusioni dipendenti e cittadini: il nostro dovere – scrive - è portare alla luce ogni condotta perpetrata in banca CIS, non tutelarne, come qualcuno vorrebbe, la proprietà. Il Paese ha bisogno di posizioni chiare sulle banche e un governo che governi, mentre quello che c’è – continua Dim - non è più in grado di fare nulla.
Intanto i dipendenti fanno sentire la propria voce. Manifesteranno questa sera sul Pianello, in concomitanza con la Commissione Finanze.