Marco Casali, Segretario dell’Unione Sammarinese Commercianti, descrive uno scenario piuttosto preoccupante. “A Rimini – afferma – secondo i dati della Confcommercio ci sono contrazioni fino al 22%. E se va male a Rimini, di riflesso, va male anche a San Marino. Le persone – prosegue – non hanno soldi in tasca. I turisti hanno denaro per pagare l’albergo e poco altro. Non c’è propensione a spendere, anche per timori di altro genere. E in casi come questi i primi a farne le spese – è proprio il caso di dirlo – sono i commercianti. Anche Paolo Valli, presidente della sezione commercio dell’Osla, valuta in maniera molto critica, la situazione generale. Per quel che riguarda il commercio all’ingrosso le maggiori difficoltà – afferma – sono legate al fatto che San Marino non è nell’Unione Europea. Ci sono problemi burocratici nelle importazioni e nelle esportazioni. Inoltre – continua Valli – a differenza di qualche anno fa, la nostra Repubblica non è più competitiva con l’esterno sul versante fiscale. E il mercato del lavoro – sostiene – è ingessato. Tutti fattori che non agevolano investimenti dall’esterno. Per quel che riguarda il commercio al minuto– secondo Valli – San Marino non è conveniente come una volta per una serie di fattori e più in generale serve una più efficiente pianificazione generale degli eventi e delle iniziative che attraggano i consumatori. Il settore Turistico? Per Valli occorre un progetto di medio-lungo periodo che preveda – tra le altre cose – parcheggi; arredo urbano; incentivazioni alla riorganizzazione dei negozi. Proposte – afferma – che abbiamo fatto da tempo ma a cui non è stato dato corso. Va detto inoltre – conclude Valli – che le misure a favore del commercio introdotte dall’ultima finanziaria non hanno prodotto gli effetti sperati.
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