La sala è strapiena, non c'è posto per tutti. Il clima è teso, le concessioni demaniali pesano sugli operatori balneari come una spada di Damocle. Gli animi si surriscaldano. C'è rabbia, paura, disperazione. Bisogna fare in fretta, entro maggio arriverà la sentenza della Corte di Giustizia Europea. La proroga al 2020 potrebbe decadere. Ci sono le rappresentanze di diverse regioni d’Italia. C'è chi grida, dal pubblico: le imprese sono le nostre. A più riprese Sergio Pizzolante cerca di riportare alla calma.“Alzando la voce, dice, non si arriva da nessuna parte”. Ne è convinto anche il sindaco di Rimini. Il suo intervento viene interrotto dalle urla di un operatore toscano. Avanza minaccioso, vuole un confronto faccia a faccia. Interviene il servizio d'ordine.
No alle aste. No alle evidenze pubbliche. No alla liquidazione del sistema balneare italiano. La categoria non ci sta, punta il dito contro l'Unione Europea e una politica che non ha saputo imporsi. Attenzione però a manipolare la preoccupazione – avverte l'Assessore al Turismo dell'Emilia Romagna. E da Sergio Pizzolante arriva un richiamo forte all'unità. “Fino a quattro anni fa, rimarca, sarebbe stato impensabile sederci tutti ad un tavolo. Il fatto che siamo qui, insieme, è fondamentale per il settore”.
Bisogna lavorare tenendo conto anche della recente sentenza del Consiglio di Stato dei primi di marzo, che ha detto che nei casi di rinnovo delle concessioni bisogna andare a gara. Non c'è solo il giudizio della Corte di Giustizia europea a pendere sulla materia", afferma il deputato PD riminese Tiziano Arlotti.
Ci sono le norme che ci impone l'Europa, ma c'è anche uno spazio per la politica, sottolinea Andrea Corsini. Ed è la politica a dover andare in Europa e trovare una soluzione. Se si presenterà con una legge quadro, sarà in grado di portare a casa un risultato storico. Enrico Costa è ministro per gli Affari Regionali da soli due mesi, ma ha ben chiaro come agire. “Sono qui per guardare in faccia gli operatori, anche quelli più esasperati, dice. Tutte le voci dovranno suonare univoche davanti all’Europa. Serve un provvedimento organico che duri negli anni. E assicura il confronto.
MF
Nel servizio le interviste al Parlamentare Sergio Pizzolante e al Ministro Affari Regionali Enrico Costa
No alle aste. No alle evidenze pubbliche. No alla liquidazione del sistema balneare italiano. La categoria non ci sta, punta il dito contro l'Unione Europea e una politica che non ha saputo imporsi. Attenzione però a manipolare la preoccupazione – avverte l'Assessore al Turismo dell'Emilia Romagna. E da Sergio Pizzolante arriva un richiamo forte all'unità. “Fino a quattro anni fa, rimarca, sarebbe stato impensabile sederci tutti ad un tavolo. Il fatto che siamo qui, insieme, è fondamentale per il settore”.
Bisogna lavorare tenendo conto anche della recente sentenza del Consiglio di Stato dei primi di marzo, che ha detto che nei casi di rinnovo delle concessioni bisogna andare a gara. Non c'è solo il giudizio della Corte di Giustizia europea a pendere sulla materia", afferma il deputato PD riminese Tiziano Arlotti.
Ci sono le norme che ci impone l'Europa, ma c'è anche uno spazio per la politica, sottolinea Andrea Corsini. Ed è la politica a dover andare in Europa e trovare una soluzione. Se si presenterà con una legge quadro, sarà in grado di portare a casa un risultato storico. Enrico Costa è ministro per gli Affari Regionali da soli due mesi, ma ha ben chiaro come agire. “Sono qui per guardare in faccia gli operatori, anche quelli più esasperati, dice. Tutte le voci dovranno suonare univoche davanti all’Europa. Serve un provvedimento organico che duri negli anni. E assicura il confronto.
MF
Nel servizio le interviste al Parlamentare Sergio Pizzolante e al Ministro Affari Regionali Enrico Costa
Riproduzione riservata ©