Il 14 luglio scorso il Direttivo Unitario delle Federazioni Servizi di Csdl e Cdls si è riunito per la definitiva ratifica del contratto servizi, sottoscritto così in maniera unitaria. Ma a livello confederale, la Csdl non si è trovata d’accordo con la sua Federazione, e si è rifiutata di sottoscrivere l’accordo. E quattro giorni dopo, il 18 luglio, gli organismi direttivi della Confederazione del lavoro hanno inviato una lettera al presidente dell’Osla, controparte nella trattativa, e alla Cdls, per chiedere di riaprire il negoziato e modificare alcune parti ritenute non del tutto condivisibili. A partire dall’articolo 1 ad esempio, in cui viene data la definizione di attività di servizio: secondo i vertici della Csdl, questa è troppo generica poiché fa riferimento alla produzione immateriale. Tutto ciò che non produce manufatti, dunque, rientrerebbe nella definizione, col risultato che molte attività di carattere industriale uscirebbero dal contratto industria per confluire nel contratto servizi. L’accordo inoltre crea almeno una quindicina di aree e, per la Csdl, ciò si traduce in una eccessiva frammentazione che sarebbe meglio evitare. Ad oggi, Osla e Cdls non hanno ancora risposto alla lettera e a livello confederale la Csdl attende risposte o il contratto continuerà ad essere firmato dalla sola Federazione.
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