Il 70% degli esercizi commerciali del centro storico ha almeno una irregolarità. Il dato è ancora ufficioso, ma non si allontanerà di tanto, rispetto a quello definitivo. Le multe, negli ultimi mesi, sono fioccate numerose.
In molti casi si è trattato di sanzioni pecuniarie lievi, ma c’è anche chi ha dovuto pagare cifre salate, di alcune centinaia di euro. Le associazioni di categoria Usot, Usc e Osla, avevano chiesto questo tipo di controlli in un’ottica di riqualificazione e oggi, nonostante le numerose multe anche ai propri associati, continuano a sostenere l’iniziativa.
Strada facendo, però, ci si è accorti che i controlli hanno penalizzato anche esercenti volenterosi. In alcune aree del centro storico non c’è infatti un piano particolareggiato a cui attenersi per eventuali modifiche o ristrutturazioni e chi negli ultimi anni abbia presentato domanda all’Ufficio Urbanistica per l’ok ai lavori, ha ricevuto sempre risposte negative. Chi ha comunque dato corso ai miglioramenti ora deve pagare la multa. Ma se si tratta di vetrine, esposizioni ed insegne non è da subito obbligatoria la rimozione.
Ci sarà una sorta di moratoria fino alla definizione del piano particolareggiato, per la cui progettazione sono stati incaricati due tecnici, che consegneranno il tutto entro il prossimo 30 aprile. Resterà invece la mano pesante su occupazione di suolo pubblico, petulanza e vendita di merce contraffatta, rilevata in quattro esercizi, durante i controlli.
Il segretario di stato al Commercio Tito Masi, spiega che l’obiettivo dell’azione intrapresa, non è punitivo. “Dopo anni di inerzia – sottolinea Masi – siamo intervenuti puntando alla riqualificazione. E l’abbiamo fatto con il sostegno e la sollecitazione delle associazioni di categoria. Abbiamo avvertito gli esercenti per tempo e da molti di loro abbiamo ricevuto pieno appoggio. L'obbiettivo finale, per il quale siamo fortemente impegnati, è la valorizzazione ed il rilancio dell'intero comparto turistico-commerciale".
In molti casi si è trattato di sanzioni pecuniarie lievi, ma c’è anche chi ha dovuto pagare cifre salate, di alcune centinaia di euro. Le associazioni di categoria Usot, Usc e Osla, avevano chiesto questo tipo di controlli in un’ottica di riqualificazione e oggi, nonostante le numerose multe anche ai propri associati, continuano a sostenere l’iniziativa.
Strada facendo, però, ci si è accorti che i controlli hanno penalizzato anche esercenti volenterosi. In alcune aree del centro storico non c’è infatti un piano particolareggiato a cui attenersi per eventuali modifiche o ristrutturazioni e chi negli ultimi anni abbia presentato domanda all’Ufficio Urbanistica per l’ok ai lavori, ha ricevuto sempre risposte negative. Chi ha comunque dato corso ai miglioramenti ora deve pagare la multa. Ma se si tratta di vetrine, esposizioni ed insegne non è da subito obbligatoria la rimozione.
Ci sarà una sorta di moratoria fino alla definizione del piano particolareggiato, per la cui progettazione sono stati incaricati due tecnici, che consegneranno il tutto entro il prossimo 30 aprile. Resterà invece la mano pesante su occupazione di suolo pubblico, petulanza e vendita di merce contraffatta, rilevata in quattro esercizi, durante i controlli.
Il segretario di stato al Commercio Tito Masi, spiega che l’obiettivo dell’azione intrapresa, non è punitivo. “Dopo anni di inerzia – sottolinea Masi – siamo intervenuti puntando alla riqualificazione. E l’abbiamo fatto con il sostegno e la sollecitazione delle associazioni di categoria. Abbiamo avvertito gli esercenti per tempo e da molti di loro abbiamo ricevuto pieno appoggio. L'obbiettivo finale, per il quale siamo fortemente impegnati, è la valorizzazione ed il rilancio dell'intero comparto turistico-commerciale".
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