Ricorda i morti sul lavoro, Giuliano Tamagnini, in apertura di Congresso Generale, per non perdere di vista le priorità di un movimento sindacale, spazia poi alla situazione del paese e al motivo dello slogan scelto dall'assise #INSIEMEper. "La necessità di tenere unito il paese, mettendo insieme tutte le forze democratiche sane e vitali, per costruire un progetto sociale ed economico che ci possa traghettare verso le sponde di un futuro migliore. Un modo per dire basta alla litigiosità e allo scontro frontale che le forze politiche stanno producendo".
Parla di emergenze aperte dalla politica, e della necessità dell'autonomia della magistratura cui ribadisce pieno sostegno del sindacato.
Tamagnini ribadisce la necessità di fare squadra, in questo momento difficile, ma non con l'intenzione di mandare a casa il Governo.
Richiama allo sviluppo del paese che non deve necessariamente puntare solo sul Polo del lusso, e parla di fallimento della legge che ha liberalizzato le assunzioni.
I timori del segretario Csdl sono poi per il bilancio pubblico, che rischia di crescere a dismisura. Davanti ai 347 delegati e agli ospiti, Tamagnini chiede che non siano i cittadini a pagare le scelte sbagliate in campo finanziario. E soprattutto trasparenza nelle operazioni. Sguardo alla previdenza e ai fondi pensione: si pone a difesa delle risorse dei lavoratori e dei pensionati. Pensionati, appunto. La riforma è necessaria, ma non come quella proposta dall'esecutivo. Respinta con forza dal leader sindacale. Dito puntato anche sui tagli Pa, "Come può il Governo venire meno ad un contratto di lavoro"?
Equità fiscale e Stato sociale restano i pilastri per la Confederazione del Lavoro sui quali basare il confronto.
Poi uno sguardo a se stesso: mi hanno proposto di fare un altro mandato da Segretario Generale; "abbiamo un po' ragionato e visto che non mi sento per niente in disarmo, ho deciso di accettare questa ulteriore sfida". Annunciando di fatto la sua riconferma al vertice Csdl
Parla di emergenze aperte dalla politica, e della necessità dell'autonomia della magistratura cui ribadisce pieno sostegno del sindacato.
Tamagnini ribadisce la necessità di fare squadra, in questo momento difficile, ma non con l'intenzione di mandare a casa il Governo.
Richiama allo sviluppo del paese che non deve necessariamente puntare solo sul Polo del lusso, e parla di fallimento della legge che ha liberalizzato le assunzioni.
I timori del segretario Csdl sono poi per il bilancio pubblico, che rischia di crescere a dismisura. Davanti ai 347 delegati e agli ospiti, Tamagnini chiede che non siano i cittadini a pagare le scelte sbagliate in campo finanziario. E soprattutto trasparenza nelle operazioni. Sguardo alla previdenza e ai fondi pensione: si pone a difesa delle risorse dei lavoratori e dei pensionati. Pensionati, appunto. La riforma è necessaria, ma non come quella proposta dall'esecutivo. Respinta con forza dal leader sindacale. Dito puntato anche sui tagli Pa, "Come può il Governo venire meno ad un contratto di lavoro"?
Equità fiscale e Stato sociale restano i pilastri per la Confederazione del Lavoro sui quali basare il confronto.
Poi uno sguardo a se stesso: mi hanno proposto di fare un altro mandato da Segretario Generale; "abbiamo un po' ragionato e visto che non mi sento per niente in disarmo, ho deciso di accettare questa ulteriore sfida". Annunciando di fatto la sua riconferma al vertice Csdl
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