È profondamente sconcertante il Decreto emesso dal Governo che autorizza Banca Centrale a ricercare nel marcato finanziario internazionale ingenti risorse per dare soccorso alla banche sammarinesi che necessitano di importanti iniezioni di liquidità, per fare fronte alle loro difficoltà economiche.
È ancor più sconcertante che abbiano deciso che deve essere l’intero Stato a farsi garante di questi finanziamenti; ciò significa che in caso di fallimento o di insolvenza delle banche interessate, i debiti contratti ricadranno interamente sulla collettività! Non possiamo accettare questo metodo autoritario, che condanniamo senza appello; metodo assunto per l’ennesima volta dall’Esecutivo, che delibera senza nessun coinvolgimento né del Consiglio Grande e generale, né delle parti sociali. Si tratta di una misura che produce notevoli conseguenze sull’intera collettività, decisa unilateralmente e resa nota solo a cose fatte.
Allora ci chiediamo: qual è lo scopo di questo provvedimento, e soprattutto, qual è l’interesse per la collettività? Perché invece non si vanno a ricercare risorse da destinare allo sviluppo? Non sono solo le banche ad essere in crisi, ma un intero sistema economico che ha bruciato oltre mille posti di lavoro lasciando in gravi in difficoltà tanti lavoratori e le loro famiglie.
Il nostro sistema economico - oltre a doversi rinnovare su basi completamente diverse, basate sulla trasparenza e il lavoro - va rilanciato anche con significativi stanziamenti pubblici per creare nuova occupazione per i giovani e i tantissimi disoccupati. Quando le banche chiamano lo Stato risponde, ma per il lavoro, l’occupazione, le necessità dei cittadini - ad iniziare dai giovani, che sono il futuro e quindi sono la categoria su cui lo Stato dovrebbe investire di più - non si muove una foglia!
È ancor più sconcertante che abbiano deciso che deve essere l’intero Stato a farsi garante di questi finanziamenti; ciò significa che in caso di fallimento o di insolvenza delle banche interessate, i debiti contratti ricadranno interamente sulla collettività! Non possiamo accettare questo metodo autoritario, che condanniamo senza appello; metodo assunto per l’ennesima volta dall’Esecutivo, che delibera senza nessun coinvolgimento né del Consiglio Grande e generale, né delle parti sociali. Si tratta di una misura che produce notevoli conseguenze sull’intera collettività, decisa unilateralmente e resa nota solo a cose fatte.
Allora ci chiediamo: qual è lo scopo di questo provvedimento, e soprattutto, qual è l’interesse per la collettività? Perché invece non si vanno a ricercare risorse da destinare allo sviluppo? Non sono solo le banche ad essere in crisi, ma un intero sistema economico che ha bruciato oltre mille posti di lavoro lasciando in gravi in difficoltà tanti lavoratori e le loro famiglie.
Il nostro sistema economico - oltre a doversi rinnovare su basi completamente diverse, basate sulla trasparenza e il lavoro - va rilanciato anche con significativi stanziamenti pubblici per creare nuova occupazione per i giovani e i tantissimi disoccupati. Quando le banche chiamano lo Stato risponde, ma per il lavoro, l’occupazione, le necessità dei cittadini - ad iniziare dai giovani, che sono il futuro e quindi sono la categoria su cui lo Stato dovrebbe investire di più - non si muove una foglia!
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