"E’ inaccettabile l’assenza di confronto sul piano di intervento sociale e sulla campagna sindacale contro il caro vita. Senza una rapida inversione di rotta, sarà inevitabile lo sciopero generale". E’ la richiesta forte e chiara che si è levata dall’attivo generale dei delegati della Csu, che si è riunito a Valdragone. Mancano risposte su tanti temi, sostengono i sindacati: alla richiesta di equità sociale e fiscale; l’aggiornamento degli assegni familiari; il diritto alla casa; il potenziamento dei servizi sociali; la politica degli anziani e dei pensionati; la creazione del fondo interbancario di garanzia per risparmiatori; le opere infrastrutturali. “E’ gravissimo – insiste la Csu – non aver fatto passi avanti nella definizione di un quadro di garanzie e regole chiare nei rapporti con l’Italia: sul piano fiscale diverse aziende sono nel mirino della Guardia di Finanza italiana, con un conseguente danno d’immagine che nuoce fortemente sull’intera economia del Paese”. Condannato anche l’atteggiamento del governo che, secondo i sindacati, non ha dato disponibilità a confrontarsi sulla campagna contro il carovita. Inevitabile anche il riferimento ai referendum del 16 marzo, che chiedono l’abrogazione del lavoro interinale, dei contratti a progetto e la reintroduzione della scala mobile: per i sindacati questi tre quesiti vanno respinti, quindi suggeriscono ai lavoratori di votare NO, di astenersi, di annullare la scheda o di consegnarla bianca.
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