Si chiude con un avanzo di Bilancio di oltre 340mila euro l'esercizio 2015, ma non c'è di che rallegrarsi. E' questa, in buona sostanza, l'interpretazione che dà la Commissione di Controllo della Finanza Pubblica nella relazione sul Rendiconto generale dello Stato, diffusa ieri dalla Dire. Al risultato 2015 – incalzano - "si rapporta il debito assunto negli anni dallo Stato nei confronti di creditori nazionali ed esteri, per un ammontare alla fine dello scorso anno di 175 milioni di euro". L'ammanco è per lo più dovuto ai “52 milioni e mezzo di finanziamento alla Fondazione Cassa di Risparmio e gli 87 milioni per le emissioni di titoli pubblici per sostenere l'acquisizione di partecipazione azionaria di Carisp”. C'è inoltre il disavanzo pregresso di quasi 32 milioni di euro da considerare, per cui – sottolinea la Commissione – è stato acceso un mutuo tra il 2014 e il 2015. Ciò porta complessivamente il totale del debito pubblico, al 31 dicembre 2015, a 214,3 milioni di euro”. Debito a cui si affianca una flessione di liquidità che mostra una preoccupante riduzione della disponibilità di cassa. Tradotto: la prosperità degli anni passati ha ormai lasciato il passo ad un trend di rapida contrazione “ed espone lo Stato – è l'analisi della Finanza Pubblica - a rischio shock sistemico in mancanza di correttivi sul medio periodo”. Conti alla mano, i quasi 33 milioni di euro (32,9) di riserva disponibile si sono raggiunti solo grazie ai 29,8 milioni di euro ottenuti dall'apertura di linee di credito presso l'Aass e le banche, altrimenti sarebbe stata di soli 3 milioni. Smorza l'allarmismo la segreteria di Stato per le Finanze: la lettura di questi dati – osserva – va necessariamente contestualizzata con gli otto anni di recessione affrontati da San Marino, tra crisi economica internazionale ed interna con la perdita importante di Pil, oltre a tre crisi bancarie. Riguardo al debito accumulato per le tre ricapitalizzazioni di Carisp – e che pesano per oltre il 50% sul disavanzo pubblico – la Segreteria ricorda che il debito è in buona parte compensato da crediti dello stato sia verso la Banca, sia verso la Fondazione. Infine, un'iniezione di fiducia: gli ultimi due anni di chiusura in pareggio o con piccole avanzi promettono bene anche per il 2016. E le condizioni attuali – precisano dalle Finanze - sono comunque tali da permettere l'adozione dei correttivi necessari per garantire nel breve-medio termine l'equilibrio della finanza pubblica e un graduale ripristino della liquidità.
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