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Decreto, prime reazioni delle categorie: per Usot le piccole attività non reggeranno, Usc chiede circolari esplicative

9 dic 2021

Prime reazioni delle categorie al decreto, proprio nel giorno in cui entra in vigore l'obbligo di certificazione sanitaria per accedere a bar e ristoranti. Da oggi bisognerà avere un documento tra green pass, tampone negativo, carta di vaccinazione, certificato vaccinale o certificato anticorpale.

USOT lamenta una mancanza di confronto con le categorie sul decreto. “Non siamo contrari al green pass”, afferma il presidente Luigi Sartini, visto l'aumento dei contagi. Per Sartini, però, non ha senso introdurre in parallelo anche i parametri di distanziamento all'interno dei locali. Con entrambe le misure, spiega, “le attività più piccole chiuderanno” a causa dei pochi coperti. Gli operatori turistici criticano anche la scelta di non poter più consumare al banco.

Il green pass, ricorda l'ISS, vale 9 mesi dal completamento della vaccinazione primaria o dalla dose di richiamo. In caso di guarigione, la durata è di 6 mesi. Il certificato si può ottenere anche dopo il tampone. Per controllare il green pass, baristi e ristoratori devono installare l'applicazione COVerifica19.sm, scaricabile dagli store digitali dei telefoni. 

“Ci troviamo punto e a capo, come l'anno scorso”, dice Marina Urbinati, presidente USC, che parla di disdette da parte di chi già aveva prenotato per il periodo natalizio. L'associazione non chiede che venga tolto l'obbligo di green pass, ma allo stesso tempo, dice la presidente, “dobbiamo renderci conto che averlo non esclude che la persona possa essere infetta”. L'Usc chiede circolari esplicative che possano togliere dubbi, come la consumazione al banco oppure l'accesso in ospedale senza documentazione sanitaria. Chiarimenti che, spiega Urbinati, servono anche per altri settori economici.



Nel servizio, le interviste a Luigi Sartini (presidente Usot) e a baristi e ristoratori


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