Fino a qualche anno fa era un punto di forza. Oggi la liquidità dello Stato e degli enti del pubblico allargato si è ridotta del 14,45%, e se si fa il raffronto col 2010, quando superava i 330 milioni, la diminuzione è del 62%. Ne hanno riparlato anche Partito Socialista e Unione per la Repubblica dopo l'incontro alle Finanze sul regime fiscale transitorio: hanno inteso ribadire l'intenzione di utilizzare strumenti straordinari per reperire gettito erariale in un momento di grave difficoltà delle finanze pubbliche, senza aumentare la pressione fiscale ed evitando di introdurre nuove imposte. I dati, intanto, dicono che è proprio lo Stato ad aver subìto la maggior riduzione: a maggio i depositi ammontavano a 62 milioni di euro, meno 26,11% rispetto a un anno fa. L'unica azienda pubblica a mantenere un buon livello di liquidità è quella dei servizi. “I dati – è il campanello d'allarme che lancia il Programma Economico – evidenziano che la liquidità di cassa dello Stato non sarà più sufficiente per far fronte agli impegni finanziari e al pagamento delle spese fisse e obbligatorie, come stipendi e pensioni, contratti, rate di mutui e così via. Pertanto bisognerà valutare con urgenza il ripristino dei depositi, sia mediante assunzione di prestiti e aperture di credito, da valutare anche esterni al nostro sistema finanziario, in aggiunta ad una politica di riduzione della spesa pubblica e di incremento delle entrate”. Altra nota dolente la disoccupazione, a marzo il tasso tocca l'8,4%, superiore a quello di Germania, Regno Unito, Stati Uniti e Giappone, ma certo migliore rispetto a Italia, Francia e Spagna. Il tasso di occupazione interna è al 68,7%, leggermente superiore a quello dell'Unione Europea. A maggio il numero dei disoccupati totali è di 1.314 unità rispetto ai 1.246 di un anno fa, dunque 68 in più. Diminuiscono i lavoratori nella fascia d'età tra i 19 e i 39 anni, mentre aumentano quelli nelle fasce d'età più alte, tra i 60 e i 64 anni. A San Marino il tasso di disoccupazione giovanile l'anno scorso era del 29,02%, peggiore di quello europeo, ma a maggio 2014 è sceso al 28,7%. Dato comunque falsato, si legge nel documento, dal fatto che il tasso non tiene conto di coloro che frequentano l'università o altri studi e che dunque non sono in cerca di occupazione.
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