È una delle novità che discende dalle modifiche al decreto fiscale, collegato alla manovra italiana, apportate in Commissione Bilancio al Senato. Un nuovo mini-scudo: riguarda chi ha lavorato all'estero spostandovi anche la residenza, nonché i lavoratori frontalieri. A loro la possibilità di sanare i depositi, su conti correnti e libretti di risparmio, comprese le somme e le attività derivate dalla vendita di immobili detenute all'estero e non dichiarate, pagando il 3% del valore delle attività e delle giacenze a fine 2016.
Lo spirito dell'emendamento viene ribadito dal deputato PD Tiziano Arlotti, che rende anche la dimensione dei contribuenti interessati, per quanto riguarda il lavoro transfrontaliero: “120mila italiani occupati oltreconfine – dice – di cui 5400 a San Marino e per il 60% residenti nella provincia di Rimini”. La sanatoria figura così come una opportunità di mettersi in regola per quanti ancora – e dagli input che arrivano dalla Agenzia delle Entrate non sarebbero pochi - non restituiscano una fotografia fedele del valore delle proprie attività all'estero (in termini tecnici quanto certificato in dichiarazione dei redditi nel cosiddetto quadro RW).
L'emendamento PD al decreto fiscale - prima firma Claudio Micheloni residente in Svizzera ed eletto all'estero – fissa i tempi e i modi: basterà presentare istanza di regolarizzazione entro il 31 luglio del 2018, e saldare il conto (una sola soluzione o rateizzabile e tre trance mensili consecutive). Allargati fino a giugno 2020 i tempi per gli accertamenti.
“Una misura – e su questo insiste oggi il Sole24Ore – ben lontana dalle voluntary disclosure dove, per ottenere sconto sulle sanzioni, i contribuenti con capitali e attività finanziarie all'estero non dichiarate venivano chiamati a versare tutte le imposte evase”. Mini-scudo al 3% che non potrà peraltro essere utilizzato per somme già oggetto di voluntary disclosure.
AS
Lo spirito dell'emendamento viene ribadito dal deputato PD Tiziano Arlotti, che rende anche la dimensione dei contribuenti interessati, per quanto riguarda il lavoro transfrontaliero: “120mila italiani occupati oltreconfine – dice – di cui 5400 a San Marino e per il 60% residenti nella provincia di Rimini”. La sanatoria figura così come una opportunità di mettersi in regola per quanti ancora – e dagli input che arrivano dalla Agenzia delle Entrate non sarebbero pochi - non restituiscano una fotografia fedele del valore delle proprie attività all'estero (in termini tecnici quanto certificato in dichiarazione dei redditi nel cosiddetto quadro RW).
L'emendamento PD al decreto fiscale - prima firma Claudio Micheloni residente in Svizzera ed eletto all'estero – fissa i tempi e i modi: basterà presentare istanza di regolarizzazione entro il 31 luglio del 2018, e saldare il conto (una sola soluzione o rateizzabile e tre trance mensili consecutive). Allargati fino a giugno 2020 i tempi per gli accertamenti.
“Una misura – e su questo insiste oggi il Sole24Ore – ben lontana dalle voluntary disclosure dove, per ottenere sconto sulle sanzioni, i contribuenti con capitali e attività finanziarie all'estero non dichiarate venivano chiamati a versare tutte le imposte evase”. Mini-scudo al 3% che non potrà peraltro essere utilizzato per somme già oggetto di voluntary disclosure.
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