“Perché l’Italia ritrovi la fiducia dei mercati e la stabilità finanziaria è essenziale che il sistema democratico italiano esca da questa situazione”. Parole dure da parte del commissiario economico europeo Olli Rehn al termine della riunione dell’Ecofin. Anche per lui la situazione degli spread è drammatica, e servono subito quelle riforme che assicurino i mercati sulla solidità del Paese. Alla riunione di Bruxelles doveva esserci anche il ministro italiano dell’Economia Tremonti, rientrato invece in fretta a Roma dov’era previsto il voto sul rendiconto dello Stato. Poi approvato, anche se a conti fatti, la maggioranza parlamentare non c’è più, tanto che l’opposizione ha subito chiesto le dimissioni del premier Berlusconi. Il governo dunque è appeso a un filo, domani intanto parte la missione della commissione europea, guidata dal vicedirettore generale della direzione Ecofin, il belga Servas Derosse. Dovrà stendere un rapporto entro novembre. In giornata c’era stato un nuovo affondo della presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia: “Con uno spread a 500 non si va avanti – ha detto – significa una restrizione del credito enorme. Esigiamo risposte”. La Borsa di Milano aveva aperto bene, spinta dalle quotazioni positive dei bancari: l’innalzamento dei rendimenti sui titoli fa però commentare al Washington Post che l’Italia è vicina al punto critico, e il Financial Times scrive che i bond italiani sono in zona pericolo. La Borsa frena poi in chiusura, a causa delle incertezze sulla guida dell’Italia: lo spread è a 497, il Ftse Mib a +0,78%.
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