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Ferie d'agosto: in Romagna aperta 1 azienda su 3, a San Marino chiusure in base ai settori

4 ago 2020

Per molte imprese – e lavoratori – niente più ferie d'agosto: le canoniche due settimane di vacanza a cui gli italiani erano abituati non sono più una certezza nell'anno del Coronavirus. In Romagna un'impresa su tre prevede di non fermarsi questo mese. Il dato emerge da un'indagine dal Centro studi della Confindustria locale. Nei primi sei mesi dell'anno gli effetti del virus “si fanno sentire”, scrive l'organizzazione, su produzione, ordini e fatturato delle aziende.

Ma allo stesso tempo c'è voglia di ripresa e per il secondo semestre la maggioranza degli imprenditori “non prevede ulteriori cali”. L'indagine si riferisce a un campione di imprese del comparto manifatturiero e dei servizi. Il particolare periodo storico ha portato il 33% di esse a evitare la chiusura estiva e il 27% a fermare le attività ma per un periodo inferiore rispetto allo standard.

A San Marino la situazione è diversa da caso a caso, soprattutto in base al settore, spiega Anis. Le imprese del Titano che hanno avuto una ripartenza più solida potrebbero chiudere solo una settimana rispetto alle due-tre canoniche, ma nei settori più colpiti probabilmente la sospensione sarà quella di sempre, vista la mancanza di ordini. Per Assoindustria non siamo di fronte “a una ripresa con la 'r' maiuscola” e il futuro è incerto, visto il forte collegamento tra le imprese sammarinesi e i mercati fuori confine. 

Per le settimane di chiusura non è escluso il ricorso alla cassa integrazione, nei termini stabiliti dalle normative attuali. Anche Osla prevede cambiamenti rispetto alle abitudini passate, con una diminuzione del tempo di chiusura per attività diverse da quelle stagionali. Per quanto riguarda gli artigiani, Unas spiega che si assisterà a una contrazione del periodo di ferie. Chi chiuderà come sempre lo farà perché legato a imprese più grandi che non lavorano. Una parte delle attività, ad esempio quelle di impiantistica, potrebbero al contrario avere commesse arretrate e da portare a termine visto lo stop dovuto al lockdown. 


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