Sotto la lente finiscono ben 278.858 fatture emesse da operatori di San Marino. Il fisco italiano torna ad occuparsi della Repubblica partendo da Pesaro, per una ricognizione delle fatture emesse da operatori sammarinesi nei confronti degli operatori economici italiani, per un ammontare complessivo di Iva pari ad oltre 65 milioni di euro. Nelle Marche, infatti, confluisce tutta l’Iva derivante dalle operazioni con San Marino, anche se riferibile ad operatori commerciali appartenenti all’intero territorio nazionale. L’attività di controllo formale consiste nella verifica della correttezza dei dati dichiarati dal contribuente con riferimento al calcolo delle imposte e all’indicazione di ritenute, contributi e premi, detrazione di imposta, oneri deducibili e crediti di imposta. Secondo quanto riporta 'Italia Oggi', il centro Italia diventa il laboratorio anti frode per eccellenza, ma non dimentica la fuga di imposte verso San Marino e Montecarlo. L’attività intende scongiurare le forme più subdole e pericolose di sottrazione di imponibile, le ormai note frodi dell’Iva. Le Marche, poi, rappresentano il punto cruciale per il controllo delle operazioni imponibili messe in atto da operatori italiani e San Marino, operazioni che in passato hanno dato luogo a diversi comportamenti fraudolenti, che il fisco italiano vuole contrastare ed anzi stroncare sul nascere.
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