Una densità produttiva impensabile e una concentrazione di imprese fra le più alte in Italia: oltre 75mila realtà in neppure 3500 chilometri quadrati. Titano, Rimini e Pesaro-Urbino: tre modelli economici, tre modi di reagire alla crisi. Mentre Rimini insiste sui suoi settori forti – da sempre, turismo e commercio – e pare riuscirvi; Pesaro cala invece proprio nei suoi asset tradizionali - il manufatturiero. Ed è guardando al manufatturiero insieme ai servizi che San Marino sta dando segnali importanti di crescita.
Il settimanale di Assoindustria Fixing parte dal numero delle imprese attive per capire quale direzione di sviluppo stiano seguendo i tre territori, per capire se possano essere intesi come un solo motore economico, quasi un distretto produttivo.
Nell'anno della ripresa cresce solo Rimini se si guarda al numero totale di aziende. Sorprese arrivano invece guardando settore per settore. Con + 300 unità il manufatturiero sul Titano torna a quota 500 (498); un segno più importante che viene compensato in negativo da un settore edile che invece ancora stenta a ripartire e resta “maglia nera” per San Marino (-4,9% nelle produzioni e 1,1% nell'immobiliare). Settore che mostra una timida ripresa invece a Rimini e Pesaro, inversione di rotta forse effetto delle politiche e degli incentivi nazionali e regionali.
Rimini vede crescere il commercio che continua invece a calare sul Titano (-3,1%). Imprese del Titano che funzionano e che possono farne “motore produttivo tra Emilia-Romagna e Marche”: accanto al manufatturiero, spiccano quelle legate alle attività di servizio: ben 32 realtà in più in un anno (+5,5%).
AS
Il settimanale di Assoindustria Fixing parte dal numero delle imprese attive per capire quale direzione di sviluppo stiano seguendo i tre territori, per capire se possano essere intesi come un solo motore economico, quasi un distretto produttivo.
Nell'anno della ripresa cresce solo Rimini se si guarda al numero totale di aziende. Sorprese arrivano invece guardando settore per settore. Con + 300 unità il manufatturiero sul Titano torna a quota 500 (498); un segno più importante che viene compensato in negativo da un settore edile che invece ancora stenta a ripartire e resta “maglia nera” per San Marino (-4,9% nelle produzioni e 1,1% nell'immobiliare). Settore che mostra una timida ripresa invece a Rimini e Pesaro, inversione di rotta forse effetto delle politiche e degli incentivi nazionali e regionali.
Rimini vede crescere il commercio che continua invece a calare sul Titano (-3,1%). Imprese del Titano che funzionano e che possono farne “motore produttivo tra Emilia-Romagna e Marche”: accanto al manufatturiero, spiccano quelle legate alle attività di servizio: ben 32 realtà in più in un anno (+5,5%).
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