Uno scenario di certo non roseo in termini assoluti ma sicuramente meno negativo rispetto ai dati del biennio 2017/2018. Prima di tutto il contesto: nell'insieme dei soggetti autorizzati, 13 società in tutto, si contano al 31 marzo di quest'anno 5 banche e 2 finanziarie operanti sul territorio, 31 gli intermediari assicurativi e riassicurativi. Il totale attivo di sistema nel 2019 evidenzia una contrazione di 362 milioni rispetto all'esercizio precedente, attestandosi a 4 miliardi e 200 milioni. Stima che tiene conto degli esiti del processo di risoluzione di Banca Cis. La raccolta totale è diminuita di circa 300 milioni portandosi a poco più di 5 miliardi e 200 milioni. Calano di quasi 320 milioni i prestiti alla clientela, per un totale di circa 1 miliardo e mezzo. Il patrimonio netto segna 248 milioni, quasi il 20% in meno dal 2018. Rilevante il dato dei crediti dubbi che rappresentano il 61% sul totale di 2,6 miliardi di crediti verso la clientela: un elemento comunque di forte criticità seppur non siano da considerarsi definitivamente persi. Spicca, invece, in positivo il dato sulla liquidità a breve pari a 626 milioni, cresciuta del 13,7% rispetto a fine 2018; e che si è mantenuta stabile a fine giugno 2020: nello specifico il rapporto tra la posizione di liquidità a 7 giorni e la raccolta del risparmio sempre entro i 7 giorni si attesta al 31% circa (livello strutturale che resta tuttavia non ottimale, sarebbe auspicabile infatti almeno un 50%). “Un dato incontrovertibile, in un anno segnato da una risoluzione bancaria – commenta la Presidente Bcsm – si è registra la riconferma della fiducia nel sistema da parte dei risparmiatori. Questo – spiega - è successo probabilmente per una serie di motivi: non aver previsto il bail-in, ma anche perché i clienti hanno visto muoversi unite tutte le forze del Paese, oltre al grande supporto all'operazione concesso dalle altre banche. Si sono poi visti cambi di passo che hanno portato anche dall'esterno una conferma di fiducia – ricorda – tant'è che la BCE ci ha riconosciuto questo supporto di liquidità per la prima volta nella storia della Repubblica”.
Catia Tomasetti condivide la necessità di provvedere ad una riconversione del sistema finanziario con tutto ciò che ne consegue a livello di compliance, protezione dei dati e formazione del personale, “esercizio – fa però notare - che devono compiere al pari di San Marino anche tutti gli altri Paesi europei”.
Un ultimo richiamo alla struttura Banca Centrale, citata nel recente dibattito in Consiglio: “ In un momento del genere appare piuttosto riduttivo dire che un esiguo numero di banche giustifica una vigilanza ridimensionata, in realtà è esattamente il contrario. Impossibile – dice - affrontare la sfida epocale che ci attende senza un'autorità di vigilanza forte che dia il sostegno tecnico di cui le banche hanno bisogno”. Ricorda infine che Bcsm “non fa solo vigilanza ma anche altre importanti attività quali tesoreria ed esattoria che non si possono svolgere senza le opportune risorse umane”.
Tra i traguardi del 2019, l'adesione al progetto e-GDDS (enhanced General Data Dissemination System) al centro della missione del FMI dell'ottobre 2019. Un sistema avanzato di diffusione di dati statistici, che ne migliora la qualità a sostegno della trasparenza e che uniforma il Titano agli standard internazionali in questo campo.
Il 2019 si è inoltre contraddistinto per la ripresa dei rapporti tra Bcsm e Banca d'Italia con la firma del protocollo d'intesa per il trattamento del contante in euro.