“Basta con le prese in giro”. Lo dice l’Adoc, l’Associazione per la Difesa dei Consumatori, dopo l’ultimo allarme prezzi per frutta e verdura lanciato dalla Confederazione italiana degli Agricoltori.
Non è possibile, afferma l’Adoc, giustificare rialzi dei prezzi al dettaglio di frutta e verdura solo perché fa freddo d'inverno. Inoltre, dato che le produzioni invernali avvengono quasi tutte in serra, aumenti del genere appaiono, per l'Adoc, meramente speculativi.
Di qui la richiesta dell’intervento urgente della Guardia di Finanzia per bloccare sul nascere possibili fenomeni speculativi.
Ad annunciare l'ennesima stangata sui consumi è stata la Confederazione degli agricoltori, secondo la quale l'aumento minimo che le massaie troveranno al banco sarà del 20%. I rincari sarebbero il riflesso dei danni nell'agricoltura, che si traducono in aumenti alla produzione.
Sulle stime ha gettato acqua sul fuoco la Confesercenti, affermando che si tratta di ipotesi «un po' azzardate» ma che «siamo in un libero mercato, se non c'è un prodotto aumenta la sua richiesta e i prezzi crescono».
Dunque ai cittadini non resta altro che combattere con le armi del mercato, e cioè limitando gli acquisti. Così è già stato nel 2007 quando la Coldiretti registrò un calo dello shopping familiare del 2,7% per la frutta e di oltre il 3% per la verdura.
Non è possibile, afferma l’Adoc, giustificare rialzi dei prezzi al dettaglio di frutta e verdura solo perché fa freddo d'inverno. Inoltre, dato che le produzioni invernali avvengono quasi tutte in serra, aumenti del genere appaiono, per l'Adoc, meramente speculativi.
Di qui la richiesta dell’intervento urgente della Guardia di Finanzia per bloccare sul nascere possibili fenomeni speculativi.
Ad annunciare l'ennesima stangata sui consumi è stata la Confederazione degli agricoltori, secondo la quale l'aumento minimo che le massaie troveranno al banco sarà del 20%. I rincari sarebbero il riflesso dei danni nell'agricoltura, che si traducono in aumenti alla produzione.
Sulle stime ha gettato acqua sul fuoco la Confesercenti, affermando che si tratta di ipotesi «un po' azzardate» ma che «siamo in un libero mercato, se non c'è un prodotto aumenta la sua richiesta e i prezzi crescono».
Dunque ai cittadini non resta altro che combattere con le armi del mercato, e cioè limitando gli acquisti. Così è già stato nel 2007 quando la Coldiretti registrò un calo dello shopping familiare del 2,7% per la frutta e di oltre il 3% per la verdura.
Riproduzione riservata ©