Che quella tassa sui frontalieri non l’avessero gradita era piuttosto chiaro; per la prima volta impresa e sindacati si sono trovati schierati dalla stessa parte: un no deciso al provvedimento sui frontalieri. Oggi però l’Anis si spinge oltre: suggerisce ai suoi associati di non togliere dalla busta paga di gennaio quella somma che figura come “spese per la produzione del reddito”. Una sorta di disubbidienza fiscale che arriva proprio nel momento in cui c’è una trattativa aperta con l’esecutivo alla ricerca di soluzioni. Un gesto forte, quello degli industriali, che non mancherà di scatenare reazioni. Quella tassa, ribadiscono gli industriali, è iniqua e provoca profonde turbative nelle aziende. Rilanciano la proposta di un’imposizione minore, diffusa su tutti i lavoratori, e chiedono di procedere al più presto con un riequilibrio. Getta acqua sul fuoco il Segretario dell’Anis, Carlo Giorgi: “Esagerato parlare di sciopero fiscale – dichiara – ci siamo limitati a suggerire di sospendere temporaneamente quel prelievo, in attesa di completare i confronti con l’esecutivo. Il nostro obiettivo – conferma – è quello di ridurre un’imposizione così alta, per una fascia di lavoratori, che crea disagi all’interno delle imprese”. Nel video le interviste a Marco Tura (Segretario generale CDLS) e Giuliano Tamagnini (Segretario generale CSdL)
Sergio Barducci
Sergio Barducci
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