Al momento non sarebbero giunte rogatorie, al Tribunale di San Marino. E nessuna segnalazione è pervenuta all’AIF: l’organismo di vigilanza del sistema creditizio sammarinese. Eppure l’inchiesta, condotta dai PM di Forlì Di Vizio e Forte, riguarda l’intreccio di uomini e capitali – considerato illegale, dagli inquirenti - fra il Credito di Romagna e una banca sammarinese: l’IBS. Tra i 19 indagati, come anticipato dal Corriere Romagna, figurano imprenditori riminesi e sammarinesi. E poi il forlivese Giovanni Mercadini, ritenuto dagli inquirenti figura centrale della vicenda: con metodi informali avrebbe gestito una stretta sinergia con l’IBS. Nel mirino degli inquirenti, in particolare, vi sarebbero 9 finanziamenti – per un totale di oltre 36 milioni di euro - erogati in pool fra i due istituti. Tra i reati contestati la violazione delle norme sul riclaggio. L’avviso di chiusura delle indagini – iniziate circa due anni fa a seguito di una prima ispezione di Bankitalia - è stato recapitato a membri dei CDA e del collegio sindacale di IBS e Credito di Romagna. Ora gli indagati potranno presentare memorie, documenti o chiedere di essere sentiti dai magistrati; poi i pm decideranno per l’archiviazione o il rinvio a giudizio. Un’inchiesta sulla quale, secondo alcuni, peserebbe anche il deterioramento dei rapporti fra Italia e San Marino. A tutto ciò si aggiunge il recente commissariamento dell’Istituto romagnolo deciso dal Ministero alle Finanze: dopo 3 mesi di ispezioni da parte di Bankitalia. Il Credito di Romagna resta comunque ben patrimonializzato e i vertici assicurano che saranno garantiti i consueti servizi alla clientela.
Gianmarco Morosini
Gianmarco Morosini
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