Nei primi sei mesi dell’anno l’economia sammarinese ha, sostanzialmente, tenuto. Ma i segnali dell’autunno mostrano sofferenze che, per gli industriali, sono destinate a crescere. “Servono – dichiarano – atti concreti”. Il 2012 non sarà l’anno della ripresa. Lo dicono con convinzione gli industriali sammarinesi, forti anche dei dati congiunturali che prevedono un calo del Pil in diversi paesi europei. Chiedono competitività per superare un momento difficile e particolarmente delicato. Le aziende hanno visto una sostanziale tenuta nei primi sei mesi dell’anno, in alcuni casi anche una crescita, ma alla riapertura dopo le ferie estive il trend si è modificato sensibilmente. Il primo nodo resta quello dei rapporti con l’Italia, ma secondo loro risolverlo non basta. Servono riforme, nuove relazioni sociali, strumenti per affrontare un passaggio che reputano epocale. Invitano a rimettere in sicurezza i conti pubblici e ad ammodernare il sistema. Si rivolgono al Governo ma anche alle altre forze politiche, ai lavoratori e ai sindacati. A questi ultimi chiedono un aiuto per aumentare la competitività, e con questa dare slancio alle imprese e garantire occupazione. Auspicano un mercato del lavoro più agile. Tra le proposte concrete invocano il passaggio al regime IVA, una riduzione delle festività nazionali, l’aumento a 40 ore settimanali dell’orario di lavoro.
Nel video l'intervista a Carlo Giorgi.
Sergio Barducci
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Sergio Barducci
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