Se il mercato dell’auto seguisse l’andamento del tuning non ci sarebbe problema. Se c’è un settore che non conosce crisi è proprio quello delle elaborazioni estreme, dei mega-impianti stereo. Kitsch quanto si vuole, ma quando c’è la passione di mezzo – e al “My special car” di Rimini si rasenta la follia – non si bada al portafogli. In crisi, però, è l’auto intesa come mezzo di locomozione. Proprio al salone di Rimini è stato fatto un punto della situazione. Il quadro è a tinte fosche; a gennaio l’industria italiana dell’automobile ha registrato, rispetto a 12 mesi prima, un ribasso del 36% per gli ordinativi – con un vero e proprio crollo sul mercato estero - e del 47,5% per il fatturato. Una crisi che segue le dinamiche della congiuntura economica mondiale e che – negli Stati Uniti, ad esempio – si pensa di affrontare con gli stessi mezzi, ovvero massicce iniezioni di liquidità. Si parla di 22 miliardi di dollari a Chrysler e General Motors. In Italia gli incentivi approvati dal Governo pare stiano ridando ossigeno al comparto tanto che l'amministratore delegato di Fiat, Marchionne, confida di poter raggiungere il target, annunciato dal gruppo per l’intero anno, di un miliardo di euro di utile operativo».
Riproduzione riservata ©