“Il discorso è chiuso da un pezzo, abbiamo deciso in maniera unitaria e per noi non c’è più nulla da dire, figuriamoci riaprire la trattativa”. Le Federazioni Servizi di Cdls e Csdl parlano la stessa lingua e non pensano minimamente a riaprire i termini del negoziato per introdurre quelle modifiche che la Csdl, a livello confederale, ha chiesto. “Mi spiace che la Csdl dica no – dice Gianluigi Giardinieri – l’autonomia delle federazioni è un valore enorme che non può venire meno. Ci sorge il dubbio che le motivazioni siano altre, problemi interni alla Csdl e non il contratto servizi in sé”. Ed anche Paolo Zafferani, segretario della Fulea-Fulsac Csdl, ribadisce l’ottimo lavoro svolto a livello unitario, e aggiunge: “Non sappiamo neanche noi perché la Csdl non voglia firmare: il timore che molte attività passino dall’industria ai servizi mi sembra assurdo. Siamo il sindacato dei lavoratori o no? – si domanda – qui lavorano persone da vent’anni, quando questo dovrebbe essere un incarico a tempo determinato. Non vorrei fossimo diventati il sindacato di queste persone, piuttosto che dei lavoratori”. “Quando leggo, nella lettera che ci hanno inviato – aggiunge Giardinieri – che la Csdl ritiene improbabile che a San Marino possa proliferare un settore dei servizi o del cosiddetto terziario avanzato, che in qualche modo non sia correlato all’attività di produzione di beni materiali o immateriali, a me viene la pelle d’oca. Stiamo inoltre seguendo la codifica europea, ed è un dato di fatto che si stia andando verso un’economia di servizi: l’industria – conclude – non è al centro del mondo”.
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