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Prezzi bloccati: il sindacato replica ai grandi gruppi sammarinesi

22 feb 2008
Supermercato
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“Il paniere a prezzi bloccati non nasce a Mosca, ma vicino ai nostri confini e con la piena collaborazione tra catene commerciali e associazioni dei consumatori”. Così il sindacato replica ai grandi gruppi sammarinesi di distribuzione al dettaglio che avevano definito demagogico insinuare che gli aumenti dei prezzi siano frutto delle politiche esose degli operatori sammarinesi. Per loro la proposta lanciata dalle associazioni dei consumatori di bloccare i prezzi di vendita senza la capacità di influenzare i prezzi d’acquisto dai fornitori, si tradurrebbe in una pesante penalizzazione economica, completamente aliena da qualsiasi logica imprenditoriale. Non è certo demagogia, replica la CSU, avanzare proposte per rispondere concretamente alle necessità dei cittadini, sottoposti a continui aumenti.
In Italia, sottolinea, ci sono decine di accordi a livello locale fra associazioni dei consumatori e catene della grande distribuzione per bloccare i prezzi di prodotti di largo consumo. Nelle Marche e in Lombardia, all’appello hanno risposto LegaCoop, Conad, Coop Adriatica, Carrefour, Esselunga, ed altre catene minori. Suona quindi davvero incomprensibile e irrealistica, accusa il sindacato, l’indisponibilità di realtà sammarinesi strettamente legate ad alcuni dei gruppi che hanno aderito al paniere italiano. Poi la Csu chiama in causa il Governo. “Sul fronte della lotta al caro vita, sottolinea il sindacato, assistiamo al preoccupante silenzio del Congresso di Stato che fino ad oggi non ha attivato alcuna iniziativa. Ci aspettiamo, conclude la CSU, che il governo si assuma autorevolmente il ruolo di coordinamento, convocando un tavolo istituzionale per affrontare a tutto campo i punti del decalogo proposto dal movimento sindacale e dalle associazioni dei consumatori per combattere il carovita”.

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