Si ingarbuglia la vicenda che vede protagonista la Punto Shop, salvata alla fine del 2008 da un fallimento che sembrava certo. La metà dei dipendenti è rimasta al suo posto e, con grande gioia del sindacato, l’azienda è tuttora in piedi, e il 30 aprile la società Omega presenterà la sua proposta di concordato per rilevarla. Ma come un fulmine a ciel sereno è arrivata la notizia di un procedimento penale aperto da uno dei creditori, che ritiene sia stata presentata falsa documentazione. L’indagine prosegue spedita: una prima perizia è stata evasa, ne è stata disposta una seconda, i documenti sono stati sequestrati, e a quanto pare, in un anno di moratoria, sarebbero state presentate quattro diverse situazioni patrimoniali dell’azienda, difformi l’una dall’altra, e sembra difformi per cifre piuttosto consistenti. I due procedimenti, il civile e il penale, vanno avanti scollegati l’uno dall’altro, ma la domanda che sorge spontanea è: l’udienza per il concordato, terrà conto anche di quanto sta emergendo nel procedimento penale?
Francesca Biliotti
Francesca Biliotti
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