BCSM prende atto delle dimissioni ma contesta le dichiarazioni di Massimo Francioni alla stampa. Tanto da valutare le più opportune azioni giudiziarie a tutela dell’onorabilità dell’Istituto. Ne “stigmatizza il comportamento” – si legge in una nota – “perché quale sindaco della Banca Centrale ha dato avvio all’iter che si è concluso con le rassegnate dimissioni criticando l’operato dell’organo di vigilanza pur rivestendo egli stesso la carica di componente il Collegio Sindacale in soggetti vigilati”, il riferimento è alla finanziaria Bfc. Dichiarazioni infondate e censurabili per i consiglieri di Banca centrale soprattutto nel riferimento di “problematiche reputazionali” dei vertici di Banca Centrale. I consiglieri e il presidente del Collegio Sindacale, ribadiscono la stima e fiducia personale e professionale nei confronti di Presidente e Direttore Generale. Nessun riferimento al segretario alle Finanze, anche lui oggetto di attacco da parte di Francioni: “Non sono preoccupato di me stesso - ci ha detto Pasquale Valentini - ma della piega che stanno prendendo le cose”.
E’ anomalo che un sindaco di Banca Centrale, che legittimamente può fare osservazioni e critiche nell’ambito delle sue funzioni, “faccia proprie tutta una serie di insinuazioni che arrivano da altri ambienti. Diventi cioè oggetto di azione politica, nell’ottica di delegittimare la vigilanza. Proprio nel momento in cui il paese è impegnato nello sforzo di documentare che San Marino si è dotato di questi organismi e procedure”. I modi e i tempi dell’intervento lasciano pensare, per le finanze, a persone poco libere e facilmente manovrabili. Con il timore delle conseguenze negative all’esterno. “Dimissioni presentate a un mese dalla naturale decadenza –conclude Valentini – e dopo che lo stesso Francioni, in consiglio direttivo aveva preso le distanze da un certo tipo di comportamento”.
Giovanna Bartolucci
E’ anomalo che un sindaco di Banca Centrale, che legittimamente può fare osservazioni e critiche nell’ambito delle sue funzioni, “faccia proprie tutta una serie di insinuazioni che arrivano da altri ambienti. Diventi cioè oggetto di azione politica, nell’ottica di delegittimare la vigilanza. Proprio nel momento in cui il paese è impegnato nello sforzo di documentare che San Marino si è dotato di questi organismi e procedure”. I modi e i tempi dell’intervento lasciano pensare, per le finanze, a persone poco libere e facilmente manovrabili. Con il timore delle conseguenze negative all’esterno. “Dimissioni presentate a un mese dalla naturale decadenza –conclude Valentini – e dopo che lo stesso Francioni, in consiglio direttivo aveva preso le distanze da un certo tipo di comportamento”.
Giovanna Bartolucci
Riproduzione riservata ©