“L’azione italiana di fatto ha bloccato il libero scambio di beni e servizi, principio cardine degli accordi con l’Unione Europea, principio che Italia e San Marino hanno sempre condiviso e ribadito con l’accordo di libero scambio del 1993”. Non la manda a dire Carlo Giorgi, segretario degli industriali, che dalle pagine di San Marino Fixing si fa portavoce delle aziende, sotto assedio da mesi, tra crisi economica e black list. Nel 2009 il calo del fatturato era stato del 18%, nel 2010 le previsioni dicono che potrebbe anche andare peggio. “E’ ovvio – continua Giorgi – che le sanzioni, o embargo che sia, sono destinate a cessare, ma come e quando? E se ciò avvenisse con una San Marino distrutta?”. Era stata l’Osla a parlare per prima di embargo: espressione forte, ma come altro definire il blocco delle forniture che oltre confine hanno già iniziato ad attuare? “Riscontriamo problemi – conferma il direttore Giorgio Chiaruzzi – anche coi fornitori di materiale sanitario e scolastico. L’elettronica e la telefonia sono settori più sotto controllo di altri, ma anche qui c’è chi lavora correttamente ed è particolarmente in tensione. Anche sui siti online i nostri associati iniziano ad avere le credenziali bloccate. Di fatto, è un embargo”. E solleva anche il problema dei ritardi nella vidimazione delle fatture con Iva e nell’aggiornamento della modalità di gestione documentale tra Ufficio tributario e Agenzia delle Entrate.
Francesca Biliotti
Francesca Biliotti
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