Le organizzazioni dei lavoratori replicano alle sollecitazioni degli industriali alla ricerca di nuove relazioni sindacali per rilanciare l’economia. Spiragli di apertura, ma anche chiusure risolute. Le nuove relazioni sindacali sembrano destinate a restare un obiettivo lontano, almeno a giudicare dai toni del confronto ufficiale fra le parti. Da un lato gli imprenditori invocano nuove forme di dialogo per rilanciare l’economia, dall’altro le rappresentanze dei lavoratori poco inclini a rinunciare a quelli che sono considerati i diritti acquisiti. La crisi si sta facendo pesante e per molti i posti di lavoro restano a rischio. “Meglio – sostengono gli industriali – adottare strumenti innovativi. Ridurre le festività, aumentare l’orario di lavoro settimanale. Solo così – affermano – si può fronteggiare un deficit di competitività”. Il confronto ruota attorno ad un nuovo modello nel mercato del lavoro. Bene cercare investitori stranieri disposti a credere nel sistema San Marino, ma soprattutto si devono conservare le imprese esistenti, evitare una fuga oltre confine, preservare i posti di lavoro. Argomenti che in questa fase di negoziato per il rinnovo contrattuale costituiscono oggetto di scontro. La CSdL si dice pronta a discutere su tutto ma non a cedere su aspetti fondamentali. Più morbida sembrerebbe la posizione della CDLS, che apre al dialogo ed è pronta a valutare alcune ipotesi. Non prima, però, di aver considerato attentamente gli eventuali scostamenti dai modelli attuali di organizzazione del lavoro, aver tracciato un percorso di modernizzazione chiaro, capace di far superare la fase di crisi. Nel servizio le interviste a Francesco Biordi, Giuliano Tamagnini e Marco Tura
Sergio Barducci
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