Dopo l'idea di riduzione di un'ora dall'orario di lavoro settimanale dei dipendenti pubblici, si fa strada una nuova proposta del Governo in tema di spending review (già anticipata alle parti prima della pausa estiva): un intervento sulle retribuzioni dei pubblici dipendenti da effettuarsi con percentuale progressiva escludendo le indennità che già subiscono una riduzione del 10%.
In sostanza si tratta di un taglio dell'1,5% per gli stipendi fino a 1500 euro, del 3,5% - 4,5% per le retribuzioni da 1500 a 2500 euro e si procede via via con aliquote che si innalzano per scaglioni di 500 euro.
“La novità di oggi – spiega il Segretario di Stato per gli Affari Interni, Guerrino Zanotti – riguarda la volontà di includere nella proposta applicando lo stesso intervento anche le retribuzioni dei dipendenti degli enti e delle società a partecipazione dell'Eccellentissima Camera: Banca Centrale, Cassa di Risparmio, San Marino Rtv, Giochi del Titano.
Complessivamente questa misura – fa sapere Zanotti - porterà un risparmio per il Bilancio dello Stato di 3.400.000 euro per le retribuzioni dei dipendenti del pubblico allargato, e di circa 1 milione per gli enti partecipati”. “L'intervento, va detto, - aggiunge - tiene conto dei vari livelli di retribuzione diversamente da quanto previsto con la riduzione d'orario e grava sulle tasche dei lavoratori per 1 milione di euro in meno rispetto alla prima proposta”. “Il tutto – conclude il Segretario agli Interni - va considerato in un'ottica di insieme con gli interventi che nei prossimi giorni saranno discussi con le parti sociali e rientra nella necessità di correggere i conti pubblici, di mettere al riparo il bilancio dello Stato”.
Si riservano di compiere un esame approfondito della proposta i rappresentanti della Csu che già non nascondono il proprio disaccordo sui tagli, ma attendono anche i confronti sugli altri temi. “C'è poi da rinnovare il contratto del pubblico allargato, ed è nostra intenzione ragionare anche sulla parte economica – ricorda Giuliano Tamagnini (CSdL). “In ogni caso alla fine degli incontri – anticipa - tireremo le somme di questo tour de force e ci comporteremo di conseguenza, ivi comprese iniziative di mobilitazione da avviare se le proposte che ci faranno non saranno soddisfacenti”.
“Non passi l'idea - aggiunge Gianluigi Giardinieri, Federservizi Csu - che a pagare siano solo i lavoratori dipendenti: prima andrebbero previsti tagli a due cifre sui numerosi consulenti che si sono fatti collocare in quello status per bypassare anche le normative sul tetto alle retribuzioni”.
“Dobbiamo partire dalle azioni di responsabilità – commenta Francesco Biordi (Usl) - e dobbiamo parlare di equità fiscale collegata ad una bassa fiscalità che premi gli imprenditori virtuosi e serva anche per attrarre investimenti da fuori aumentando i livelli di occupazione”.
Proposta bocciata dalle associazioni dei consumatori: “La spending review va improntata sulla riduzione degli sprechi – esorta Francesca Busignani, Ucs - altrimenti si condanna il Paese ad un potere di acquisto pari a zero. Basta col mettere le mani in tasca ai sammarinesi, dipendenti pubblici o privati che siano”.
In sostanza si tratta di un taglio dell'1,5% per gli stipendi fino a 1500 euro, del 3,5% - 4,5% per le retribuzioni da 1500 a 2500 euro e si procede via via con aliquote che si innalzano per scaglioni di 500 euro.
“La novità di oggi – spiega il Segretario di Stato per gli Affari Interni, Guerrino Zanotti – riguarda la volontà di includere nella proposta applicando lo stesso intervento anche le retribuzioni dei dipendenti degli enti e delle società a partecipazione dell'Eccellentissima Camera: Banca Centrale, Cassa di Risparmio, San Marino Rtv, Giochi del Titano.
Complessivamente questa misura – fa sapere Zanotti - porterà un risparmio per il Bilancio dello Stato di 3.400.000 euro per le retribuzioni dei dipendenti del pubblico allargato, e di circa 1 milione per gli enti partecipati”. “L'intervento, va detto, - aggiunge - tiene conto dei vari livelli di retribuzione diversamente da quanto previsto con la riduzione d'orario e grava sulle tasche dei lavoratori per 1 milione di euro in meno rispetto alla prima proposta”. “Il tutto – conclude il Segretario agli Interni - va considerato in un'ottica di insieme con gli interventi che nei prossimi giorni saranno discussi con le parti sociali e rientra nella necessità di correggere i conti pubblici, di mettere al riparo il bilancio dello Stato”.
Si riservano di compiere un esame approfondito della proposta i rappresentanti della Csu che già non nascondono il proprio disaccordo sui tagli, ma attendono anche i confronti sugli altri temi. “C'è poi da rinnovare il contratto del pubblico allargato, ed è nostra intenzione ragionare anche sulla parte economica – ricorda Giuliano Tamagnini (CSdL). “In ogni caso alla fine degli incontri – anticipa - tireremo le somme di questo tour de force e ci comporteremo di conseguenza, ivi comprese iniziative di mobilitazione da avviare se le proposte che ci faranno non saranno soddisfacenti”.
“Non passi l'idea - aggiunge Gianluigi Giardinieri, Federservizi Csu - che a pagare siano solo i lavoratori dipendenti: prima andrebbero previsti tagli a due cifre sui numerosi consulenti che si sono fatti collocare in quello status per bypassare anche le normative sul tetto alle retribuzioni”.
“Dobbiamo partire dalle azioni di responsabilità – commenta Francesco Biordi (Usl) - e dobbiamo parlare di equità fiscale collegata ad una bassa fiscalità che premi gli imprenditori virtuosi e serva anche per attrarre investimenti da fuori aumentando i livelli di occupazione”.
Proposta bocciata dalle associazioni dei consumatori: “La spending review va improntata sulla riduzione degli sprechi – esorta Francesca Busignani, Ucs - altrimenti si condanna il Paese ad un potere di acquisto pari a zero. Basta col mettere le mani in tasca ai sammarinesi, dipendenti pubblici o privati che siano”.
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