La CSdL ha pubblicato sul suo sito uno studio, compiuto tra luglio e settembre, per valutare gli effetti della riforma tributaria. Questa riforma è entrata in vigore il 1° gennaio 2014 fino al 2022, e prevedeva un aumento delle imposte a carico di lavoratori dipendenti e pensionati. A seguito di uno sciopero generale, il progetto di legge è stato modificato, sempre mantenendo l'obiettivo di introdurre nuovi strumenti per l'accertamento dei redditi.
Nonostante la riforma, lo studio - sottolinea il sindacato - dimostra che “le dichiarazioni dei redditi di buona parte dei contribuenti sono a dir poco imbarazzanti”. “Per raggiungere l'equilibrio di bilancio” - continua la Confederazione del Lavoro - “non serve aumentare la pressione fiscale, ma applicare le leggi”. L'obiettivo è quello "dell'accertamento dei redditi" e di fare da stimolo verso la politica "per cercare di recuperare, almeno in parte, quanto sottratto al fisco".