“E’ assurdo che in un regime di libero mercato si sia dato vita ad un consorzio monopolistico su una merce già oggetto di monopolio”. Così Ettore Mularoni dell’Osla e Gianfranco Ugolini dell’Usot in una lettera indirizzata al Governo. L’accordo tra le parti, dunque, appare ancora lontano. “La nascita del Consorzio Tabacchi – aggiungono Osla e Usot – non farebbe altro che privilegiare una categoria di commercianti già avvantaggiati dal fatto di essere titolari delle uniche licenze contingentate rimaste in Repubblica”. Fanno poi notare all’Esecutivo come gli obiettivi del consorzio vadano in totale controtendenza con le disposizioni in tema di commercio che saranno sancite dalla prossima legge in materia, già approdata in prima lettura.
Osla e Usot parlano di operatori del commercio di serie B qualora il consorzio diventasse operativo e suggeriscono, pertanto, strade alternative per arrivare ad un libero mercato. Una prevede che le rivendite dei tabacchi possano acquistare la merce direttamente all’economato in giorni stabiliti e concordati con il 6,5% di aggio sulla rivendita a bar e ristoranti e il 2% ai tabaccai per ogni acquisto effettuato dagli esercizi stessi. 'In questo modo – concludono – lo Stato rispetto alla rivendita diretta ai tabaccai avrebbe il vantaggio di trattenersi una quota del 3%, i tabaccai avrebbero comunque un rientro economico e bar e ristoranti continuerebbero ad offrire un servizio ai consumatori, con il risultato di evitare situazioni di strumentalizzazione e conflitto interno alla categoria'.
Osla e Usot parlano di operatori del commercio di serie B qualora il consorzio diventasse operativo e suggeriscono, pertanto, strade alternative per arrivare ad un libero mercato. Una prevede che le rivendite dei tabacchi possano acquistare la merce direttamente all’economato in giorni stabiliti e concordati con il 6,5% di aggio sulla rivendita a bar e ristoranti e il 2% ai tabaccai per ogni acquisto effettuato dagli esercizi stessi. 'In questo modo – concludono – lo Stato rispetto alla rivendita diretta ai tabaccai avrebbe il vantaggio di trattenersi una quota del 3%, i tabaccai avrebbero comunque un rientro economico e bar e ristoranti continuerebbero ad offrire un servizio ai consumatori, con il risultato di evitare situazioni di strumentalizzazione e conflitto interno alla categoria'.
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