95 centesimi. Vale a dire 1.800 lire. Aumenta di 5 centesimi la tazzina di caffé. Stesso rincaro per paste fresche e brioche che salgono a quota 90 centesimi.
Più pesante il ritocco – 10 centesimi - per cappuccino e the (1,30) spremute ( 2,10) succhi di frutta e bibite analcoliche (1,90) il calice di vino comune che costerà 80 centesimi. Per la birra alla spina l’aumento è di 20 centesimi se piccola e di 30 centesimi se media.
Il Congresso di Stato ha approvato i nuovi listini decisi dalla Commissione Prezzi ma l’ordinanza non è ancora stata emessa.
I rincari verranno applicati entro un paio di settimane quando ogni bar pretenderà per una tazzina di caffé 95 centesimi, ultimo scoglio prima dell’euro tondo tondo.
La corsa agli aumenti non riguarda solo beni di prima necessità come pane, pasta e latticini. Colpisce anche i piccoli vizi quotidiani di cui non si vorrebbe fare a meno.
La pausa più diffusa tra i sammarinesi peserà sulla spesa mensile ben 58 euro, considerando un consumo medio di 3 tazzine al giorno.
Le Associazioni dei Consumatori hanno da tempo fatto i conti alla tazzina di caffé. “Chi ci guadagna – dicono - sono soprattutto i bar: considerando le diverse voci che compongono una tazzina di caffé, zucchero, energia elettrica, manodopera barista, il costo al gestore è di 0,22 euro”.
Il ricarico al consumatore dunque è di 73 centesimi, il 280% in più. In lieve crescita le tariffe di affittacamere che, dal 1° marzo, prevedono un ritocco di 2 euro.
Più consistenti gli aumenti negli hotel a 3 e 4 stelle che variano da 10 a 20 euro. Invariati i prezzi delle stanze negli alberghi a 5 stelle.
Più pesante il ritocco – 10 centesimi - per cappuccino e the (1,30) spremute ( 2,10) succhi di frutta e bibite analcoliche (1,90) il calice di vino comune che costerà 80 centesimi. Per la birra alla spina l’aumento è di 20 centesimi se piccola e di 30 centesimi se media.
Il Congresso di Stato ha approvato i nuovi listini decisi dalla Commissione Prezzi ma l’ordinanza non è ancora stata emessa.
I rincari verranno applicati entro un paio di settimane quando ogni bar pretenderà per una tazzina di caffé 95 centesimi, ultimo scoglio prima dell’euro tondo tondo.
La corsa agli aumenti non riguarda solo beni di prima necessità come pane, pasta e latticini. Colpisce anche i piccoli vizi quotidiani di cui non si vorrebbe fare a meno.
La pausa più diffusa tra i sammarinesi peserà sulla spesa mensile ben 58 euro, considerando un consumo medio di 3 tazzine al giorno.
Le Associazioni dei Consumatori hanno da tempo fatto i conti alla tazzina di caffé. “Chi ci guadagna – dicono - sono soprattutto i bar: considerando le diverse voci che compongono una tazzina di caffé, zucchero, energia elettrica, manodopera barista, il costo al gestore è di 0,22 euro”.
Il ricarico al consumatore dunque è di 73 centesimi, il 280% in più. In lieve crescita le tariffe di affittacamere che, dal 1° marzo, prevedono un ritocco di 2 euro.
Più consistenti gli aumenti negli hotel a 3 e 4 stelle che variano da 10 a 20 euro. Invariati i prezzi delle stanze negli alberghi a 5 stelle.
Riproduzione riservata ©