Oramai non vi sarebbe piu’ alcuna possibilità di tornare indietro. Il Calzaturificio Titan chiudera’ i battenti, come ha ribadito il liquidatore della societa’ nell’incontro, tenutosi nella sede dell’Anis, a cui ha partecipato anche una delegazione della Federazione Industria Csu, il direttore dell’Anis ed alcuni dipendenti. La giornata di ieri era cominciata con la manifestazione di protesta di fronte agli stabilimenti del calzaturificio. L’incontro qualche risultato, in ogni caso, l’ha prodotto. Ci sarebbe infatti la disponibilità a ritirare le lettere di licenziamento già inviate ai circa 50 lavoratori, che quindi dovrebbero essere messi in cassa integrazione, almeno fino al giorno in cui ci sara’ un incontro con una delegazione di Governo. La possibile evoluzione è che in seguito chi ha il contratto a tempo indeterminato entri in mobilità, mentre chi ha il contratto a termine, godrà della cassa integrazione. L’obiettivo del sindacato è la ricollocazione di tutti i dipendenti – piu’ della meta’ sono donne - nelle aziende che attualmente cercano personale e anche – auspica il segretario della Fuli-Csdl Merlini - in posti di lavoro che, in altre aziende, da tempo, sono coperti da personale interinale. Restano poco chiare, secondo il sindacato, le motivazioni della chiusura dell’azienda. Il principale committente di riferimento italiano del calzaturificio non intenderebbe proseguire nel rapporto di affari che finora aveva garantito l’attivita’.
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