Il comparto alimentare sammarinese non è competitivo? Secondo i rappresentanti dell’Unione commercianti le cose non stanno così, e per provarlo si sono recati a fare la spesa. Andando a fare acquisti in un noto ipermercato del circondario, ed acquistando poi gli stessi prodotti in un esercizio sammarinese analogo, scontrini alla mano i commercianti affermano che a San Marino si spende meno. Su un paniere di 124 prodotti di largo uso acquistati, come detersivi, pasta, olio e così via, il risparmio è stato di 38,12 euro, mentre su un paniere di 75 articoli si sono spesi 29,93 euro in meno. “La differenza riscontrata dunque è stata notevole – dice Marco Arzilli, presidente dell’Unione commercianti – Abbiamo deciso di fare chiarezza con dati alla mano prima di prendere posizione, e da oggi diciamo basta a questa campagna denigratoria, che oltretutto lede tutta una categoria che in realtà rende un servizio importante al Paese. La conseguenza di tutto questo è che le attività vanno in crisi, l’ultimo esempio l’abbiamo avuto a Montegiardino, dove è stato chiuso l’unico alimentari”.
Inevitabile, per i commercianti, fare riferimento ai dati sull’inflazione sammarinese resi noti dall’Ufficio programmazione economica. “Ottima iniziativa – continua Arzilli – ma noi non ne siamo stati informati direttamente. Chiediamo almeno di visionare il paniere, e in ogni caso sarebbe stato più corretto confrontare i prezzi di San Marino con quelli del circondario, non dell’Italia intera”. Giuseppe Ceccoli, dello Sma Gruppo Rinascente, afferma che i punti vendita sammarinesi si allineano con quelli della zona, nei quali sono stati riscontrati aumenti che variano dall’1,93% al 2,50% “ed anche se non possiamo fornire dati ufficiali per San Marino – puntualizza – i nostri dati non si avvicinano nemmeno a quell’8% in più evidenziato nel comparto alimentare dall’Ufficio statistica”. “Sentire tutti i giorni – conclude infine Antonio Giorgetti, de La Sociale – che è meglio fare la spesa oltre confine non è corretto. Ecco perché ci mettiamo in prima fila, coi nostri riscontri diretti, per fare chiarezza”.
Inevitabile, per i commercianti, fare riferimento ai dati sull’inflazione sammarinese resi noti dall’Ufficio programmazione economica. “Ottima iniziativa – continua Arzilli – ma noi non ne siamo stati informati direttamente. Chiediamo almeno di visionare il paniere, e in ogni caso sarebbe stato più corretto confrontare i prezzi di San Marino con quelli del circondario, non dell’Italia intera”. Giuseppe Ceccoli, dello Sma Gruppo Rinascente, afferma che i punti vendita sammarinesi si allineano con quelli della zona, nei quali sono stati riscontrati aumenti che variano dall’1,93% al 2,50% “ed anche se non possiamo fornire dati ufficiali per San Marino – puntualizza – i nostri dati non si avvicinano nemmeno a quell’8% in più evidenziato nel comparto alimentare dall’Ufficio statistica”. “Sentire tutti i giorni – conclude infine Antonio Giorgetti, de La Sociale – che è meglio fare la spesa oltre confine non è corretto. Ecco perché ci mettiamo in prima fila, coi nostri riscontri diretti, per fare chiarezza”.
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