Siamo sicuri che sarà sufficiente concedere un'apertura, pressoché normale, per scongiurare le difficoltà delle attività commerciali? È un grido di aiuto quello che si leva dall'Unione sammarinese commercianti, per un settore devastato dalla pandemia dalla mancanza di mobilità, soprattutto sul fronte turistico. Lamenta il silenzio delle Istituzioni, per le perdite di incasso che le attività hanno accumulato e stanno tutt’ora accumulando con danni incalcolabili.
"Se prima c’era rabbia, ora, per molti, questo sentimento si impasta con la rassegnazione verso un futuro alquanto incerto", scrive Usc. Che ricorda come l'obiettivo dell' esecutivo fosse “mettere in sicurezza il Paese” ma "nel frattempo si sono continuati a sperperare danari pubblici in iniziative, come ad esempio Expo, che non hanno e non produrranno quasi nulla in termini di benefici al comparto o al Paese". I commercianti ricordano le tante iniziative messe in campo per riqualificare il settore ma rimaste lettera mora: come il progetto del “vero treno” che da borgo arriva all’Ex stazione che potrebbe riqualificare una delle zone lasciata a morire nel degrado e nell’indifferenza. Il risultato è l’incertezza nel futuro per le attività esistenti e più di 100 aziende chiuse ed altre centinaia di dipendenti privati a casa. E allora i commercianti si chiedono perché "si debba essere orgogliosi per le nuove aziende e continuare ad elargire contributi e sgravi a queste ultime, mentre nessuno fa niente o si sente in colpa per le attività esistenti in territorio che stanno chiudendo nell'indifferenza".