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Voluntary disclosure, caso riaperto da scandalo Panama Papers

25 apr 2016
Agenzia delle EntrateVoluntary disclosure, caso riaperto da scandalo Panama Papers
Voluntary disclosure, caso riaperto da scandalo Panama Papers - Mentre si attende il comunicato congiunto che dovrebbe rasserenare il clima nei rapporti tra Italia...
Mentre si attende il comunicato congiunto che dovrebbe rasserenare il clima nei rapporti tra Italia e San Marino, prende sempre più corpo la possibilità che, anche sul Titano, si riapre la fase 2 della voluntary disclosure. L'ultimo scandalo dei Panama Papers ha infatti riaperto il confronto sulle strategie per la lotta all'evasione. Sul fronte internazionale si va dal potenziamento degli accordi bilateriali all'incremento dei controlli e dello scambio di informazioni. C'è poi la terza mossa, tutta italiana, ed è, appunto, la fase 2 della voluntary disclosure, la procedura che consente di regolarizzare i capitali all'estero, pagando tutte le imposte e beneficiando di sconti sulle sanzioni e della copertura penale sui reati. Gli uffici dell'Agenzia delle entrate stanno definendo le istanze presentate dai contribuenti entro la fine del 2015 che hanno fatto emergere - ricorda Il Sole 24 ore - 60 miliardi di asset oltreconfine, con un maggior gettito di 4 miliardi. Così aumentano i segnali per una possibile riapertura della voluntary. Il segnale che anche il governo ci sta pensando è arrivato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Tommaso Nannicini. Non c'è una decisione presa la riguardo, ha detto, ma è una opzione sul tappeto, che potrebbe portare a una riproposizione. Anche il ministro Padoan ha affermato che "se una macchina funziona e ci sono ancora chilometri da fare, si può certamente usare ancora", sottolineando che si sta facendo un tagliando ai meccanismi della voluntary per capire "quali risultati ha prodotto e se esistono ancora margini di utilizzo". Il dossier è sicuramente aperto, scrive Il Sole 24 Ore.La voluntary potrebbe essere introdotta nell'ordinamento senza scadenza e con sanzioni più dure di quelle sperimentate nel 2015, ma anche con un altro provvedimento temporaneo.

ST

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