Per porre riparo alla grave battuta d'arresto subita giovedì dalla maggioranza ci sono volute 24 ore, un Consiglio dei Ministri straordinario, convocato in fretta e furia dopo la bocciatura della risoluzione sullo scostamento di bilancio, una votazione non prevista alla Camera e una al Senato. Il tutto accompagnato da “irritazione” (eufemismo) del Presidente del Consiglio, impegnata in un viaggio ufficiale in Gran Bretagna, e del Ministro dell'Economia che ha dovuto dire 'no' ad un importante vertice internazionale per seguire le fibrillazioni italiche, e poi condito da retroscena che puntano il dito contro Lega e Forza Italia, tra le cui fila si contano il 90% degli assenti che hanno provocato la debacle.
'A pensar male....si fa peccato ma spesso ci si azzecca', recitava un vecchio detto democristiano, ma i buonisti preferiscono dare la colpa delle assenze ai doppi incarichi, obbligatori dopo la riduzione del numero dei parlamentari. Tra le proteste dell'opposizione la risoluzione di maggioranza è stata approvata da entrambi i rami del Parlamento. Era voluta fortemente dal Governo perchè autorizza lo scostamento di bilancio da 3,4 miliardi con i quali, nel Consiglio dei Ministri convocato per il 1° maggio, Giorgia Meloni intende finanziare un’ulteriore sforbiciata al “cuneo” fiscale con lo scopo di favorire lavoratori e aziende. Già il 1 maggio... data, ovviamente, non scelta a caso, ma pensata da Palazzo Chigi per provare a sfilare alla sinistra il pallino delle tematiche sul lavoro; e allora, inevitabilmente la polemica politica si sposta sulla Festa dei lavoratori.
Nel servizio Tommaso Foti, Fratelli d'Italia e Nicola Fratoianni, Alleanza Verdi e Sinistra