La curva del contagio è sotto controllo, ma in Italia non è ancora il momento di abbassare la guardia. Il motivo sono nuovi focolai che stanno spuntando da nord a sud del Paese. Fenomeni previsti dagli esperti, ma che devono essere prontamente riconosciuti e circoscritti. Pena il rischio di un riacuirsi dell'emergenza. Ce n'è uno in Veneto, dove un imprenditore, di ritorno da un viaggio in Serbia, pur manifestando i sintomi del Covid-19, ha avuto svariati contatti con amici e collaboratori, rifiutando, addirittura il ricovero ospedaliero. O nel Lazio, dove alcuni cittadini del Bangladesh, di ritorno dal proprio Paese, sono risultati positivi al tampone, costringendo il ministro della Salute, Roberto Speranza, a chiudere i voli provenienti da quello Stato. Ma anche in Lombardia, Trentino, Toscana, Campania ed Emilia Romagna. Dove ci sono 31 nuovi casi di coronavirus: tra di loro cui 18 persone asintomatiche individuate attraverso lo screening regionale. Per quanto riguarda le 13 persone con sintomi, sono due a Parma, due a Reggio Emilia, tre a Modena, cinque a Bologna e uno a Ferrara, in gran parte "riconducibili a focolai esistenti o a casi gia' noti", come sottolinea la Regione nel bollettino quotidiano. Un solo decesso, invece, in tutta l'Emilia-Romagna, un uomo della provincia di Bologna
Quella italiana è una situazione precaria ma, per ora, controllata. Molto diversa da quella degli Stati Uniti, che con i quasi tre milioni di casi accertati, mantengono il triste primato di “paese più colpito dal Coronavirus”. Seguiti dal Brasile, dove il presidente Jair Bolsonaro ha appena rivelato la sua positività al Covid, e dall'India.