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Covid-19, Italia a diverse velocità tra parziali riaperture e forti restrizioni

Timidi passi verso un nuovo inizio. Non sono poche le regioni che hanno invece deciso di mantenere il lockdown totale

14 apr 2020
Rielaborazione grafica su immagini della ESA

I dati forniscono deboli rassicurazioni, così diverse regioni hanno cominciato ad allentare le maglie dei divieti. Riaprono i battenti dunque, come annunciato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, librerie, cartolerie e negozi d'abbigliamento per l'infanzia. E non è escluso che la prossima settimana possano fare lo stesso anche altri settori dell'industria, come quello della moda, dell'auto o della metallurgia, anche se il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli, invita alla calma. "Al momento - dice nella consueta conferenza stampa del pomeriggio - si tratta di ipotesi premature".

Ma in Lombardia, dai dati diffusi ieri, si registrano 280 morti. L'ordinanza firmata sabato dal governatore Attilio Fontana vieta la riaperture di librerie e cartolerie, anche se consente invece quella dei negozi di abbigliamento per l'infanzia. "In questi ultimi giorni dobbiamo cercare di essere più rigorosi possibile", ha detto il presidente, che ha disposto anche l'uso di mascherine all'aperto (o comunque l'obbligo di coprire naso e bocca con qualunque indumento) e lo stop ad alberghi e strutture ricettive. Gli studi professionali, poi, potranno aprire solo per servizi indifferibili e urgenti. Anche in Emilia-Romagna resta la stretta sulle cosiddette zone arancioni, cioè le province di Piacenza, Rimini e sulla città di Medicina. Rigore anche da parte del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che ha confermato la chiusura di librerie e cartolerie, limitando poi l'apertura dei negozi di abbigliamento per i più piccoli a due mattine la settimana, dalle 8 alle 14. In Campania sarà vietato anche il cibo d'asporto. Resta lo stop totale in Piemonte "per non vanificare gli sforzi fatti finora", come ha detto il governatore, Alberto Cirio.

Il Lazio posticipa invece al 20 aprile la riapertura delle librerie per consentire ai proprietari di mettere in sicurezza i locali. Leggera riapertura in Liguria, dove il governatore, Giovanni Toti, ha firmato l'ordinanza che consente di andare agli orti e ai frutteti, di riprendere i lavori di giardinaggio e di procedere alla manutenzione degli stabilimenti balneari e dei chioschi in vista dell'incerta stagione estiva. Lockdown “soft” per il Veneto: la nuova ordinanza del presidente, Luca Zaia, consente di fare attività motoria anche oltre i 200 metri da casa, "ma non si può certo arrivare a 4-5 km, è ovvio, serve buonsenso", precisa il governatore. Per uscire di casa, però, ci sarà bisogno di mascherina, guanti, e gel, mentre chi ha più di 37.5 di febbre non potrà scendere in strada. Aumentato anche il distanziamento sociale che passa da uno a 2 metri. Sì alla riaperture di librerie e cartolibrerie in Toscana, ma solo se gestori e clienti indosseranno la mascherina. In Trentino restano chiusi i negozi per l'infanzia e le librerie, mentre potranno riprendere le attività produttive all'aperto e le attività nei cantieri, stradali ed edili. Sui luoghi di lavoro, però, vanno garantiti il termoscan, le mascherine e le distanze minime.


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