Un parco Cervi affollato accoglie l'inizio delle celebrazioni e l'arrivo della corona sotto il monumento della Resistenza. “Una festa della liberazione dal nazifascismo ancora più solenne e viva – afferma il sindaco Jamil Sadegholvaad – in risposta a tentennamenti e defezioni di una parte della politica”. A cantare l'inno italiano autorità, delegazioni partigiane, combattentistiche e d'Arma, studenti e cittadini. Da lì parte la sfilata che, passando per l'Arco di Augusto, arriva in piazza Cavour. "Sono arrivato a Rimini a 7 anni e la prima cosa che fece mio padre fu portarmi in piazza Tre Martiri.
Perché si chiama così? - racconta con voce rotta Lanfranco De Camillis, Vice Presidente Provinciale Anpi Rimini -. Mi portò davanti al monumento e mi spiegò perché. Da allora tutti gli anni ricordiamo questi eventi. Sono cose che vengono dal profondo". Nella mente il ricordo dei tre giovani partigiani uccisi nella piazza riminese: così De Camillis parla e si commuove davanti al pubblico, ricordando l'importanza della storia e dell'antifascismo, pilastro della Costituzione italiana. Concetto ripreso anche da Sadegholvaad, per il quale la data del 25 aprile rappresenta la madre di tutte le libertà.
In piazza anche le bandiere di chi la resistenza la sta vivendo oggi, gli ucraini. "La presenza delle bandiere ucraine - afferma il sindaco - testimonia l'importanza di tenere vivi i valori della Resistenza". Le celebrazioni continuano nel pomeriggio, con l'iniziativa dell'Anpi: portare fiori alle targhe di vie dedicate a partigiani e antifascisti. Infine, in scena al Teatro degli Atti “Germano Nicolini, una bella Resistenza”, un racconto poetico della vita del “Comandante diavolo”, così era detto l'irriducibile partigiano, di e con Daniele Aristarco assieme a Roberto Billi.
Nel video le interviste a Lanfranco De Camillis, Vice Presidente Provinciale Anpi Rimini, e a Jamil Sadegholvaad, sindaco di Rimini