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Gino Cecchettin: “Volevo dare un po’ di Giulia a tutti”

Al Grand Hotel di Rimini, nell'ambito della Terrazza della Dolce Vita, parla il padre della ragazza uccisa a 22 anni lo scorso novembre

4 ago 2024

“Ti risvegli un giorno e la tua vita è cambiata”. Esordisce così, con la semplicità che lo contraddistingue, Gino Cecchettin, protagonista alla Terrazza della Dolce Vita di Giovanni Terzi e Simona Ventura, parlando di sua figlia Giulia, che gli è stata strappata con violenza lo scorso novembre a soli 22 anni, vittima di femminicidio. Una delle tante vittime, vale sempre la pena di sottolineare, ma che pure ha suscitato commozione, emozioni, clamore e anche una grande ondata di sdegno, ha ricordato la stessa Simona Ventura, come pochi casi simili riescono a fare.

“Forse perché hanno visto in Giulia la figlia ideale - prova a fare ipotesi suo padre - con quel viso così dolce tanta violenza non era accettabile. Poi c’è stata Elena, la mia primogenita - ha aggiunto - che col suo post sul patriarcato, parola che io stesso ho imparato da lei - è andata alla radice del problema”.

Da tanto dolore la famiglia Cecchettin ha provato a ricavare qualcosa di buono: mettersi in prima linea, parlare in pubblico del problema dei femminicidi, e il libro che ha scritto Gino Cecchettin, “Cara Giulia - Quello che ho imparato da mia figlia” andrà a sostenere la Fondazione che aiuterà le associazioni impegnate a contrastare la violenza di genere.

Parla dell’importanza di saper dire dei no ai propri figli, “perché se ottengono tutto con facilità - aggiunge - non comprendono il valore delle cose ottenute con sudore e fatica. Prendere dei no può anche aiutare - conclude - io venni rifiutato da una ragazza poi mi sono sposato e ho avuto tre splendidi figli”.





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