Come preannunciato da Mario Draghi, il ministro della Salute Roberto Speranza ha inviato ieri la richiesta di parere formale al Comitato tecnico scientifico “relativamente alle modalità e ai termini della permanenza dell'obbligo di indossare i dispositivi di protezione delle vie respiratorie all'aperto”. Il Cts s'incontrerà domani, ma non è scontata che prenda subito una decisione. Se il parere, che dovrebbe comunque arrivare entro metà settimana, dovesse essere favorevole, vi saranno comunque prescrizioni; l'obbligo rimarrebbe laddove, anche in spazi aperti, non sia possibile mantenere il distanziamento di un metro.
La data della rimozione dell'obbligo oscilla tra il 28 giugno e il 6 luglio. Gli operatori del turismo - supportati da Lega, Forza Italia e M5s - intanto spingono per anticipare i tempi, in modo da attirare turismo straniero. Germania, Belgio, Grecia, Polonia – e anche San Marino –, per fare alcuni esempi, hanno infatti eliminato l'obbligatorietà dell'utilizzo delle mascherine all'aperto. A rendere il tutto incerto vi è però la cosiddetta variante Delta che, ha ricordato il direttore generale della Salute Gianni Rezza, sarebbe più contagiosa.
Intanto, a partire da domani, 21 giugno, tutta l'Italia sarà in zona bianca, con la sola eccezione della Valle d'Aosta che resta l'unica regione ancora in zona gialla. Misure e regole anti covid meno restrittive, quindi, saranno valide anche per la Basilicata, la Calabria, la Campania, le Marche, la Toscana, la Sicilia e la provincia autonoma di Bolzano dopo la firma della nuova ordinanza da parte del ministro Speranza. Niente coprifuoco - che sparisce però anche in zona gialla - e nessun limite di presenza ai tavoli dei ristoranti all'aperto.