"In vista dell'apartheid scolastico a danno di migliaia di bambini e bambine, nel clima delicato che vede famiglie molto consapevoli rivolgersi ad aziende sanitarie reticenti e latitanti, il nascente coordinamento regionale per la libertà di scelta continua a evidenziare le contraddizioni di un sistema che, anziché dare risposte, si contrappone duramente a famiglie che vogliono decidere in maniera consapevole sui trattamenti sanitari a cui sottoporre i figli e chiedono di saperne di più". Lo scrive in una nota il comitato Libera Scelta Emilia-Romagna. "A pochi giorni dall'inizio dell'anno scolastico, giornali e telegiornali tornano a parlare di vaccini e Legge Lorenzin: amministrazioni comunali e dirigenti scolastici si preparano a far decadere tante iscrizioni di bambini che fino a giugno hanno tranquillamente frequentato nidi e materne della nostra Regione. L'interpretazione di questa legge, approvata con furia inaudita e in assenza di reale emergenza - sostengono dal comitato non è mai stata chiara: da subito si sono susseguite numerose circolari nel tentativo di coprire evidenti lacune. Non sorprende, quindi, che venga applicata in maniera disomogenea: ogni amministratore, ogni dirigente scolastico ha libertà di azione - ha specificato martedì la Regione Emilia Romagna. Capita quindi che ci siano comuni, come Rimini, assolutamente intransigenti e sordi alle motivazioni dei genitori, e altri, come Ferrara, dove è stato annunciato che nessuno sarà escluso".
Obbligo vaccinale, comitato Libera Scelta Emilia-Romagna: "Legge applicata in maniera disomogenea"
5 set 2019
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