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Peste suina nei cinghiali, Sos dell'Emilia-Romagna: “Convivere col virus è impensabile”

Per l'assessore all'Agricoltura Alessio Mammi “occorre puntare alla sua eradicazione". La Regione sta subendo danni economici per mercati chiusi in Estremo oriente e altri Paesi

23 apr 2024
Peste suina nei cinghiali, Sos dell'Emilia-Romagna: “Convivere col virus è impensabile”

Ridurre drasticamente il numero dei cinghiali eradicando il virus della peste suina africana (Psa) per salvare gli allevamenti e le esportazioni di carne di maiale, perché il rischio di ricadute dell'epidemia sulle imprese e sull'occupazione è drammatico. È l'Sos lanciato dall'assessore regionale all'Agricoltura in Emilia-Romagna, Alessio Mammi. "Non si può pensare di convivere con il virus, ma occorre puntare alla sua eradicazione", ha detto.

"L'emergenza è nazionale - ha sottolineato Mammi, intervenuto nelle Commissioni Politiche per la salute e Politiche economiche - e non si può pensare di convivere con il virus, ma occorre puntare alla sua eradicazione perché la nostra produzione di salumeria è un'eccellenza conosciuta a livello mondiale. La Psa sta producendo danni economici con mercati chiusi in Estremo oriente e altri Paesi che minacciano il blocco dell'export. Ci sono problemi negli allevamenti, anche se finora non stati raggiunti dal virus, con la riduzione dei prezzi e la perdita di reddito. Ci sono conseguenze gravi sul piano economico che possono trasformarsi in problemi sociali, perché alcune aziende hanno già chiesto la cassa integrazione". L'assessore Mammi ha chiesto alcune misure, come “sospensione dei mutui, sostegno ai lavoratori, agevolazioni fiscali".

Dalla Regione sono stati stanziati 10 milioni per la biosicurezza negli allevamenti: barriere di protezione e tecnologie per la sanificazione. "Se oggi il virus non è entrato in nessun allevamento è grazie alla prevenzione attuata con risorse e formazione". In regione finora sono state trovate 150 carcasse di cinghiali positive al virus. Interessate le province di Piacenza e Parma. L'export di salumi è bloccato verso Giappone, Cina, Corea del Sud e Taiwan, mentre in altri Paesi ci sono limiti e si esportano solo mortadella e prosciutto cotto o, come negli Stati Uniti, solo prosciutto crudo a lunga stagionatura che inattiva il virus.





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