Undici miliardi di euro all'Italia dalla Commissione europea che ha versato un'altra rata del Piano di ripresa e resilienza. Con questo nuovo incasso, l'Italia si conferma lo Stato che ha ricevuto il maggiore finanziamento, 113 miliardi e mezzo di euro, pari al 58,4% delle risorse complessive del Pnrr. “Siamo al primo posto in Europa – afferma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni – per numero di obiettivi raggiunti e importo complessivo”. La quinta rata prevede 14 riforme e 22 investimenti in settori strategici per la modernizzazione del Paese, tra cui appalti pubblici, gestione dei rifiuti e delle risorse idriche, infrastrutture, sanità, università, oltre agli interventi per la transizione digitale.
Non condivide lo stesso entusiasmo l'opposizione, “la retorica trionfalistica del governo è scollegata dalla realtà – commenta il senatore Antonio Misiani, responsabile economico del Partito Democratico – La verità è che a meno di due anni dalla scadenza del Piano, a fine luglio abbiamo speso solo 52 miliardi dei 194 complessivi. Concentrarsi su questo – conclude – non acclamare l'arrivo di risorse che, se non spenderemo, dovremo restituire”.
Il 5 novembre inizierà il processo a carico di Giovanni Toti, ex presidente della Liguria accusato di corruzione e finanziamento illecito: la gip ha accolto la richiesta di giudizio immediato della procura.
La polemica politica si è infine spostata sulle parole di Federico Mollicone, deputato di Fratelli d'Italia e presidente della commissione Cultura, secondo il quale le sentenze sulla strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna sono state un “teorema per colpire la destra”. “Meloni lo cacci”, dice il presidente Pd ed eurodeputato Stefano Bonaccini, mentre Angelo Bonelli, Alleanza Verdi-Sinistra, ne chiede le dimissioni.